l’appello di laura lamaletto 

La madre: «Voglio vedere in faccia l’assassino e il suo mandante»

PESCARA. «Voglio vedere la faccia dell’assassino di mio figlio e del mandante». Laura Lamaletto non si dà pace. Per quel figlio che ha visto uscire di casa lunedì pomeriggio dopo averla aiutata a...

PESCARA. «Voglio vedere la faccia dell’assassino di mio figlio e del mandante». Laura Lamaletto non si dà pace. Per quel figlio che ha visto uscire di casa lunedì pomeriggio dopo averla aiutata a scaricare la spesa, e che non è più tornato, è disposta a giocarsi tutta la vita che le resta. Con la rabbia, il dolore, l’amore che non finiranno mai. Lo ha detto davanti alle telecamere, lo ha scritto su Facebook ieri, in quattro messaggi che in poche parole svelano la prostrazione e l’orgoglio di una mamma che si è vista strappare il cuore. «Ale ti hanno ucciso, Ale con un colpo di pistola... A chi lo ha premuto il grilletto domando: hai una mamma?».
E ancora: «Maledetto assassino di Ale. Non c’è posto dove puoi nasconderti», e poi «Maledetto killer, guardati le spalle... comincia la caccia». E infine l’appello, che va oltre i messaggi di cordoglio e le parole di vicinanza che stanno fioccando a centinaia sui social: «Non siate tristi, non piangete la morte di mio figlio!!! Aiutatemi a trovare il suo assassino!». È l’appello che Laura Lamaletto fa a una città intera dove il figlio Alessandro, 29 anni che non compirà mai il prossimo 31 marzo, era conosciutissimo in tanti ambienti e gruppi diversi e dove tutti lo descrivono alla stessa maniera: un ragazzo buono, riservato, con un cuore d’oro.
Terzo di quattro figli, con due fratelli più grandi che per lavoro vivono a Miami e a Dublino e la sorella più piccola che sta a Bologna: sono tornati tutti per lui che, come ha scritto la madre su Facebook, «non c’è più».
«Quando Ale non è arrivato ho detto subito che era successo qualcosa», racconta ancora stravolta la signora Laura che con quel figlio abitava praticamente da sola visto che il marito Paolo Neri per la sua attività orafa passa gran parte della settimana a Firenze. Con Alessandro, la mamma andava a correre, faceva ginnastica, andava a fare la spesa, pranzava. E con Alessandro in casa, dormiva. Fino alla notte tra lunedì e martedì quando Alessandro, che ben sapeva che la madre senza di lui avrebbe passato la notte da sola, non solo non è tornato, ma non l’ha neanche avvertita. Per questo la mattina, al risveglio, Laura Lamaletto lo chiama subito al cellulare, che trova staccato; per questo inizia a chiamare a uno a uno gli amici del figlio, che di Alessandro non hanno notizie, chi dal venerdì, chi dal sabato e chi dalla domenica, quando Alessandro era passato per un saluto al circolo Rangers. Niente, nessuno l’ha visto, nessuno l’ha sentito e tutti vanno a cercarlo. Laura Lamaletto, che martedì sera lancia il suo primo appello su Facebook, chiama il marito e gli dice di tornare perché Alessandro non si trova e che fa la denuncia di scomparsa, continua però a credere fino alla fine al suo rientro: «Abbiamo aperto il cancello, ti aspettiamo prenditi tutto il tempo che vuoi», dice giovedì nella diretta Facebook che dopo più di due giorni di passione si era decisa a fare dalla cucina di casa. Quasi un presentimento, con il senno di poi, di quello che stava succedendo e che il suo cuore di mamma già rifiutava di accettare: mentre lei era in diretta Facebook a dirgli di tornare, Alessandro veniva trovato senza vita sul greto del torrente dai cani molecolari.
È toccato al marito Paolo, dopo il riconoscimento, dirle tutta la verità. E mentre il dolore cresce, e non smetterà mai, Laura Lamaletto è ancora per il figlio che raccoglie tutte le sue forze per urlare a tutti di aiutarla: «Aiutatemi a trovare il suo assassino. Maledetto assassino di Ale. Non c’è posto dove puoi nasconderti».
(s.d.l.)
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