La marineria protesta, traffico in tilt

Porto chiuso, i pescatori occupano le strisce pedonali davanti alla prefettura: «Vogliamo lavorare, non andare a rubare»

PESCARA. Hanno bloccato il traffico per diversi minuti attraversando in maniera continua le strisce pedonali che dal palazzo di Provincia e prefettura porta alla fontana antistante, in piazza Italia. Questa la protesta messa in atto ieri mattina dalla marineria pescarese per la mancata erogazione dei contributi per i mesi di dicembre e gennaio, utili a coprire i danni provocati dal mancato dragaggio del porto a chi vive di pesca. «Noi rivogliamo il nostro porto per andare in mare», urlano i pescatori, «vorremmo solo lavorare, ma che dobbiamo fare, andare a rubare?». Dal 5 luglio scorso, le circa duecento famiglie che lavorano al porto e che vivono di pesca, sono di fatto prigioniere dello scalo marittimo inutilizzabile a causa del mancato dragaggio che ha ridotto i fondali anche a soli 40-50 centimetri. La marineria, che già dalla settimana scorsa ha istituito un picchetto permanente sulla golena nord (mille i cittadini che hanno firmato per solidarietà con la marineria), è decisa ad andare avanti fino a quando non arriveranno certezze su quanto verrà erogato per i mesi di dicembre e gennaio. Ogni giorno sono pronti a una protesta eclatante e itinerante che toccherà tutti i palazzi del potere. Oggi potrebbe essere bloccata viale Bovio davanti al palazzo della Regione o viale Marconi davanti al consiglio regionale.

«Protestiamo», spiega Mimmo Grosso, «perché siamo scoperti per i mesi di dicembre e gennaio e per febbraio non si sa ancora nulla. Abbiamo ringraziato tutti, Comune, Provincia e Regione per quello che hanno fatto e non è vero, come dice l’assessore regionale Febbo, che ci siamo lamentati: chiediamo solo che trovino una soluzione. Storicamente», ricorda Grosso, «il mese di dicembre è molto redditizio grazie alle feste natalizie, per questo deve essere remunerato più degli altri. È bene ricordare che la situazione nella quale ci troviamo non è dipesa certamente dalla nostra volontà e che finora la moratoria non è stata fatta e il denaro per i danni alle imbarcazioni non si è visto». Secondo i pescatori, il ristoro che hanno ricevuto è stato appena sufficiente a coprire i danni. Qualche armatore ha sostenuto spese anche vicine ai 20 mila euro per le riparazioni. «Quella di ieri», aggiunge Grosso, «è stata una manifestazione pacifica con l’attraversamento delle strisce pedonali. Attueremo questa forma di protesta a oltranza per mettere pressione a chi deve darci risposte. Finora nessuno ci ha detto niente. Andremo avanti fino all’8 dicembre, poi la settimana successiva saremo costretti a una manifestazione davvero eclatante».

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