La nostra bandiera

Vagavo da qualche ora in quella che è per me, tuttora, la città più bella che abbia mai visto. Mi ero fatto catturare dalle sue strade acciottolate, dalle sue mura medievali, dai castelli, dalle torri, dalle chiese luterane, cattoliche, protestanti.

Era la prima volta che visitavo Tallinn ma avevo la sensazione di aver passato tutta la mia vita lì, mi vedevo riflesso nei sorrisi che mi venivano generosamente elargiti dai commercianti e dai passanti. Lasciata la città vecchia, vado istintivamente verso il mare. In fin dei conti sono sempre nato a Pescara.

E non lontano dal porto scorgo un locale il cui simbolo è rappresentato da un frutto più abruzzese che estone: una oliva.

Si chiama "Olivia", infatti, ed è un ristorante italiano. Mi ero promesso di assaporare solo cibi autoctoni, ma ormai sono incuriosito e quindi entro. Mi porgono la carta dei vini, ma tanto io bevo solo vino rosso.

Il mio occhio si poggia sui "Majaveinid", i "Vini della casa": sono solo due, ma abruzzesi! Un Montepulciano e un Trebbiano, entrambi DOC e della casa vinicola "Natale Verga", che abruzzese non è, ma fa il vino (anche) da noi. Ed è cosa buona e giusta.

Per 3,75 € ci posso prendere solo 12 cl di Montepulciano, mezzo bicchiere. Ma non posso permettermi altro, così faccio il mio ordine. Ed eccolo che arriva! Leggermente fresco, rosso come il sangue, asciutto e pieno come sempre, si sposa perfettamente coll'arrosto d'anatra che avevo davanti.

"Sa da dove viene questo vino?", chiedo al cameriere. Sa che è italiano, ma l'Abruzzo non lo conosce. "La vostra bandiera è bianca come la luce e il candore, nera come la terra e blu come il vostro cielo e i vostri laghi - continuo io - e vi rappresenta. Questo vino è color rubino, come la nostra passione nel farlo; robusto, come il nostro popolo, "forte e gentile"; permeato di un profumo che richiama le nostre colline, il nostro mare, i nostri boschi e le nostre montagne. È la nostra bandiera. E ci rappresenta.".

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