La perizia: il Calice costruito male

Lucarelli accusa la Clax Italia: «Ecco perché è crollata l'opera di Toyo Ito»

PESCARA. Il Calice di Toyo Ito si è spaccato perché è stato costruito male. Il mistero è stato risolto. L'architetto Lucarelli, l'esperto incaricato dal tribunale di effettuare i controlli sull'opera di piazza Salotto per capire cosa abbia causato la rottura, ha consegnato la perizia. Il Centro è in grado di svelarne i contenuti. Il documento è, in sostanza, un atto d'accusa nei confronti della Clax Italia, la ditta di Pomezia che ha costruito l'opera, chiamata Huge wine glass (Calice di vino), su indicazione dell'architetto giapponese Toyo Ito. Finora l'azienda ha sempre rigettato ogni responsabilità per il crollo del Calice, dopo appena 64 giorni dall'inaugurazione. La perizia dà ragione al Comune.

PERCHE' HA CEDUTO. Il Ctu Domenico Lucarelli, dopo una lunga indagine durata un anno e mezzo, è giunto alle seguenti conclusioni. «Il sottoscritto», si legge nel documento, «previa analitica descrizione delle fenomenologie di dissesto e degrado riscontrate e della loro evoluzione, nonché disamina delle risultanze dei sopralluoghi, alla luce del corretto contraddittorio tecnico e delle conclusioni del laboratorio dell'università degli studi di Salerno, ha identificato le cause del cedimento strutturale nell'inadeguato e/o incompleto ciclo di lavorazione della ditta Clax Italia srl, che ha prodotto un manufatto solo parzialmente polimerizzato, con presenza di monomero non completamente cristallizzato e conseguente degrado delle caratteristiche chimico-fisiche ed innesco ai quadri fessurativi e deformativi rilevati». In sostanza, il materiale utilizzato dalla Clax non era adeguato per realizzare un'opera del genere.

«NON E' RIPARABILE». L'opera non può essere riparata. Lucarelli lo dice espressamente. «I vizi e le difformità riscontrati non sono eliminabili», è scritto, «l'opera risulta assolutamente inadatta alla sua destinazione». Il Calice, costato un milione 100mila euro, è in pratica da gettare via. «Il progetto e le indicazioni correttamente fornite dal committente, dal direttore dei lavori e dal progettista», fa presente il perito, «prescindono dal citato ciclo di lavorazione, di esclusiva competenza operativa della Clax Italia, che si è rivelato inadeguato e/o incompleto». La colpa del cedimento, quindi, sarebbe attribuibile esclusivamente alla ditta che ha costruito l'opera.

UN MILIONE DI DANNI. Il perito arriva a quantificare il danno subito per il cedimento del manufatto. «I danni conseguenti», sottolinea, «ammontano all'importo contrattuale di un milione di euro, più Iva. Il valore progettuale ed innovativo della significativa opera, frutto dell'ingegno di un importante maestro dell'architettura moderna, ha comportato nella realizzazione la soluzione di complesse problematiche tecniche». Ma l'amministrazione comunale chiederà, quasi sicuramente, alla Clax Italia una cifra più alta. Al valore dell'opera si aggiungerà, probabilmente, anche il danno di immagine che la città ha subìto per l'opera danneggiata. Le immagini dello Huge wine glass spaccato e ingabbiato, per evitare il crollo, hanno fatto il giro del mondo.

SCATTA LA RIMOZIONE. Il sindaco Luigi Albore Mascia aveva promesso di rimuovere l'opera da piazza Salotto, una volta terminata la perizia dell'esperto del tribunale di Pescara. Ora il lavoro si è concluso e quindi non dovrebbero esserci più impedimenti per l'eliminazione del Calice.

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