La pista ciclabile divide le ditte in due Partono i ricorsi

San Giovanni Teatino, Soget e Vamar invase dal percorso Gli imprenditori: «Se non cambia il progetto chiuderemo»

SAN GIOVANNI TEATINO. Farà bene all’ambiente, ma provocherà gravi danni alle aziende Soget autotrasporti e officina Vamar, entrambe di via Fosso Cavone, la pista ciclabile che collegherà Pescara a San Giovanni Teatino, progettata dai due Comuni per creare una bretella ecologica per unire la pescarese via Aldo Moro alla via Cavour, di Sambuceto. Il tracciato vario ciclopedonale, largo tre metri, taglia in due le proprietà Soget e Vamar, che hanno presentato ricorso al Tar contro i provvedimenti di occupazione d’urgenza del Comune di Pescara delle aree interessate dai lavori, atti già notificati dal settore Lavori pubblici alle due aziende. I decreti di esproprio sono stati impugnati anche da altri operatori economici e residenti della zona. I giudici amministrativi di Pescara si pronunceranno sulla sospensiva giovedì prossimo.

A rischio ci sono circa 50 posti di lavoro. Se la pista ciclabile si farà senza modificare il percorso previsto attualmente, sia la Soget che la Vamar sarebbero costrette a cessare l’attività, con la conseguenza di dover necessariamente mandare a casa i dipendenti. Per quanto riguarda la Soget, la bretella per le due ruote così come progettata andrebbe a dividere dal resto delle aree aziendali la pompa di rifornimento carburante, l’officina e gli impianti di lavaggio dei tir, attrezzature che non sarebbero più utilizzabili in quanto per raggiungerle i camion dovrebbero attraversare la pista ciclabile.

«Premesso che la Soget ha una squadra amatoriale di ciclisti, un centinaio circa di iscritti da 30 anni, e non è affatto contraria alle piste ciclabili, anzi», spiega il dirigente dell’azienda Gabriele Liberatore, «va precisato che accanto a noi ci sono dei terreni agricoli per poterla far passare senza problemi, nel vecchio corridoio verde. Noi contestiamo l’antieconomicità dell’opera che il Comune si appresta a fare. Infatti, ci dovranno indennizzare, a noi e all’officina Vamar, per l’ingente danno aziendale, gravando con il costo sulla collettività, mentre sui terreni agricoli l’opera costerebbe poco e soprattutto si salverebbero 50 posti di lavoro. Speriamo», dice Liberatore, «che alla fine prevalga il buon senso e l'amministrazione comunale modificando la viabilità sul piano particolareggiato, ricollocandola sul vecchio piano regolatore a fianco delle attività, finalmente riconosca lo stato dei luoghi salvando le aziende dal sicuro tracollo».

Lo stesso governatore Pd Luciano D’Alfonso, interpellato sulla contestata pista ammazza-aziende, ha garantito che se ne occuperà direttamente per risolvere un’anomalia che danneggia in maniera irreversibile attività economiche solide e consolidate nel territorio e i loro lavoratori. Tra l’altro, è proprio la Regione a finanziare la bretella ecologica tra Pescara e Sambuceto.

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