l'inchiesta sul comune

La polizia indaga sui tesserati a Forza Italia

Grossi: «C’è una verifica su un elenco di 18 nomi legati a un costruttore»

PESCARA. Operai prestati da un costruttore a un partito per allestire una sede elettorale; un regalo di 400 euro a un professionista pescarese consigliere del centrodestra; la verifica sul tesseramento a Forza Italia di 18 dipendenti di un’impresa edile finita nell’inchiesta. Spuntano anche parti della Cdl dalle indagini della Mobile sul Comune di Pescara che avevano finora tirato in ballo il consigliere comunale Licio Di Biase (Udeur) e il dirigente al Patrimonio Guido Dezio, braccio destra del sindaco Luciano D’Alfonso ed esponente della Margherita.

Entrambi, Di Biase e Dezio, sono finiti nei verbali del costruttore Aldo Primavera, personaggio chiave dell’inchiesta, che rivela agli uomini del vice questore Nicola Zupo di aver acquistato libri di storia pescarese al consigliere dell’Udeur per 1500 euro, e di aver dato in prestito a Dezio un fondaco di 50 metri quadrati, in via Coppa Zuccari, usato dal dirigente comunale committente elettorale di D’Alfonso per immagazzinare manifesti del sindaco. Materiale che quest’ultimo aveva fino ad allora custodito nella sede elettorale di piazza Unione, a sua volta data a D’Alfonso da un costruttore di Lanciano che gli era stato presentato dall’ex sindaco di Chieti, Nicola Cucullo.

Ma torniamo alle tessere di Forza Italia. Tre giorni fa il senatore Andrea Pastore ha ricevuto dalla procura la richiesta di verifica dell’iscrizione al partito di 18 dipendenti di Primavera. La notizia è stata confermata dal vice coordinatore regionale di Forza Italia, Giuliano Grossi: «La richiesta è stata prontamente evasa», ha detto il legale, «nel rispetto della legge sulla privacy». Sapevano o no gli operai di essere stati tesserati al partito di Pastore che, due giorni fa, ha chiesto al ministro Amato lo scioglimento del consiglio comunale di Pescara? E che ieri ha però incassato la replica di Imbastaro (Ds) e Zuccarini (Margherita): «Pastore distorce le norme per farsi propaganda politica».