La Regione ufficializza i divieti Solo dieci lungo tutta la costa 

La Giunta approva la delibera dopo la riunione del tavolo tecnico con Mazzocca, l’Arta e i Comuni A Martinsicuro bagni vietati in un tratto di mare nonostante la qualità delle acque sia eccellente

PESCARA. Via libera dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore Dino Pepe, alla delibera che definisce i criteri per determinare il divieto di balneazione delle acque abruzzesi.
La riunione dell’esecutivo segue di qualche ora quella del tavolo tecnico di balneazione, convocato ieri mattina dal sottosegretario alla presidenza della Regione, Mario Mazzocca. Solo dieci, lungo tutta la costa, i punti nei quali non si potrà fare il bagno, come anticipato da il Centro. A dare notizia dell’approvazione della delibera è stato il presidente Luciano D’Alfonso, sul suo profilo facebook.
Ieri matttina, invece, alla presenza di Enzo Del Vecchio (segreteria particolare del presidente), del direttore generale dell’Arta, Francesco Chiavaroli, e di numerosi amministratori locali il dirigente regionale Franco Gerardini, assieme a componenti del suo staff aveva fatto il punto sullo stato del mare abruzzese, prima dell’adozione della delibera della Giunta regionale relativa agli adempimenti per la stagione balneare 2018.
IL PARADOSSO. La delibera regionale deve tenere conto delle leggi nazionale ed europee, ma ci sono già delle “incongruenze” normative che hanno il sapore amaro del paradosso. Come quella sollevata dal sindaco di Martinsicuro, Massimo Vagnoni, che si trova con un punto di balneazione (in prossimità della foce del Vibrata) interdetto nonostante la qualità delle acque sia stata classificata “eccellente” nel 2017. Vagnoni ha chiesto chiarimenti ai tecnici regionali, i quali hanno risposto che per gli effetti delle norme di rango superiore, il requisito della balneabilità viene stabilito in funzione dei risultati degli ultimi 4 anni. In quel tratto si trovano tre stabilimenti balneari.
«Sono già due anni», dice Vagnoni, «che la situazione in quel punto è in miglioramento. Il nostro è un Comune con sette chilometri di costa con buona qualità delle acque. Una cosa del genere danneggia la città».
Il sindaco afferma che farà tutto quanto in suo poter per modificare il “verdetto” dettato da una legge definita «assurda», ma non è certo che gli strumenti legislativi a disposizione lo consentano.
MILLE PRELIEVI. Complessivamente, la qualità delle acque è migliorata. Sono stati oltre mille i campionamenti effettuati dall’Arta Abruzzo. Prelievi che, oltre a promuovere molte località, ne hanno anche ridimensionato altre: è il caso del punto di prelievo di Francavilla in corrispondenza della stazione ferroviaria, a seguito del quale la qualità delle acque nel tratto di mare prospiciente è stata riclassificata da “buona”a sufficiente.
«L’esecutivo regionale si appresta a varare le risultanze dei campionamenti dell’anno 2017 relative alla qualità delle acque di balneazione. I risultati, incrociati con le precedenti 3 annualità», ha detto Mazzocca, «evidenziano un quadro oltremodo positivo per tutti i centri della costa abruzzese. Sulle 114 attività di prelievo effettuate da Arta su altrettanti punti sottoposti ad analisi, 78 - pari a circa il 70% sul totale sono risultati “eccellenti”, percentuale che sale al 78%, se includiamo anche i 15 prelievi con qualità “buona”, e addirittura all’85% se consideriamo anche i 7 punti di prelievo qualificati come “sufficienti”. In soli 10 casi (l’8,5%% sul totale) i prelievi hanno evidenziato una qualità di tipo scarso. Un risultato altamente positivo e assolutamente impensabile fino a tre anni fa».
PIOGGIA DI MILIONI. Il tavolo, ha spiegato Mazzocca, è stato istituito due anni fa. «È indubbio», ha aggiunto, «il benefico effetto indotto dai 185 interventi in corso di realizzazione per migliorare il sistema depurativo regionale, buona parte dei quali già realizzati e messi in esercizio, per un investimento di circa 316 milioni di euro». Il 60 % dei depuratori, ha detto il sottosegretario, è già in funzione.
LE CRITICITÀ. I problemi maggiori, ha detto Mazzocca, continuano a registrarsi in prossimità delle foci dei fiumi, «ma i dati che abbiamo ci confortano anche se dobbiamo superare delle criticità come, per esempio, le tre procedure di infrazione ereditate dal Governo Chiodi e da cui stiamo progressivamente uscendo, e che riguardano i depuratori di Lanciano, Pescasseroli (L’Aquila) e altri 14 depuratori più piccoli di realtà urbane modeste». Come ha sottolineato invece Del Vecchio, si tratta «di un passo in avanti notevole, ma non sufficiente». Oltre alla questione depuratori, secondo Del Vecchio, andrebbe affrontata anche quella relativa alle fosse Imhoff, invitando i rappresentanti degli enti locali « a pungolare gli enti gestori del servizio idrico integrato». (a.bag.)