Uno dei tanti canali colpiti dalla siccità nel Fucino

La siccità morde l’Italia, l'Abruzzo è già in riserva 

Il grande caldo e l'arrivo dei vacanzieri fanno crescere il bisogno di acqua. Ma i gestori idrici non nascondono preoccupazioni e avvertono: se non piove avremo problemi

PESCARA. L'Abruzzo resiste ancora alla grande sete che sta assediando almeno dieci regioni italiane. I consumi addirittura crescono. A volte raddoppiano, soprattutto nelle città costiere. Ma è un’abbondanza che non lascia tranquilli. Anzi. Se i consumi dovessero aumentare ancora, avvertono le società di gestione delle reti idriche, le riserve, già intaccate, potrebbero rivelarsi insufficienti. E in alcune zone si corre già ai ripari.

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Chieti a singhiozzo. «Stiamo procedendo con chiusure notturne soprattutto nel Vastese e razionamenti dell’acqua sui comuni costieri dove i consumi sono quadruplicati con l’arrivo dei turisti. Ma non abbiamo problemi di approvvigionamento: nelle sorgenti l’acqua c’è, grazie alle nevicate invernali, e le dighe non hanno subito abbassamenti importanti». Gianfranco Basterebbe, presidente della Sasi, società che gestisce il servizio idrico in 92 comuni chietini, allontana, per ora, lo spettro della siccità e delle chiusure continue degli acquedotti. «Il nostro vero problema è la dispersione dell’acqua a causa di reti malridotte» dice il presidente. «Circa il 50% dell’acqua immessa viene dispersa, per questo spesso i rubinetti sono a secco. Le reti sono dei primi anni del 900 e sono a pezzi in alcuni punti. E i serbatoi, anch’essi di oltre 60 anni fa, non hanno particolari riserve. Problemi li abbiamo nel Vastese e sulla costa perché è quadruplicata la popolazione e quindi i consumi. Per ovviare al problema occorre raddoppiare la rete nel Vastese e realizzare il potabilizzatore ad Altino, per “pulire” le acqua smaltite dall’Acea. A settembre poi, procederemo con una indagine accurata delle reti nel Vastese: si pensa di poter recuperare almeno 30 litri di acqua al secondo, oggi persi». Basterebbe evidenzia anche il consumo improprio di acqua potabile da parte di cittadini che la usano per innaffiare il giardino, l'orto o addirittura lavare l'auto. Uno spreco che lo ha portato a chiedere maggiori controlli sui cittadini da parte dei sindaci dei 92 Comuni soci della società.

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Pescara regge. Se mezza Italia è assetata, i 59 Comuni serviti dall’Aca, l’azienda comprensoriale acquedottistica di Pescara, per quest’estate non dovrebbero andare in agonia. A meno di eventi straordinari. Lo assicura il direttore tecnico dell’Aca, Lorenzo Livello. «Abbiamo avuto una stagione molto carica», sottolinea l’ingegnere, «e le falde si sono riempite. Quindi riusciremo a soddisfare i consumi, nonostante questi siano arrivati a livelli notevoli. Tanto per dire», continua Livello, «in questo periodo a Silvi e a Francavilla i consumi sono raddoppiati». «Ad oggi non ci sono criticità», spiega ancora il direttore tecnico di Aca, «ma la situazione è ad un punto limite, in quanto stiamo distribuendo tutto quello che le condotte riescono a portare». Insomma, se i consumi dovessero aumentare di molto, qualche problema potrebbe sorgere. Anche perché, ricorda Livello, «ci sono le perdite, pari a circa il 40%, che non permettono di ottenere un margine di sicurezza. Se invece le perdite fossero più basse», aggiunge l’ingegnere, «potremmo avere un margine di sicurezza maggiore». Tuttavia, la situazione, «a meno che non si verifichino eventi eccezionali, non dovrebbe arrivare a situazioni di criticità, come quella del 2012». Quindi il direttore tecnico di Aca lancia due appelli. Il primo è agli utenti, «perché non facciano un uso spropositato di acqua, per esempio non lavando le automobili, come previsto dalla ordinanze comunali. Anche se, in generale, un maggiore uso dell’acqua, visto il caldo, è giustificato». Il secondo appello, invece, è per il livello istituzionale affinché si faccia «uno sforzo, nei prossimi anni, negli investimenti sulle perdite da ridurre. Questo sia per preservare le risorse idriche, sia per ridurre i costi energetici».

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L’Aquila virtuosa. Nessuna emergenza idrica nell'aquilano, almeno per il momento, anche se alcuni centri, che in estate triplicano le presenza, hanno fatto registrare come di consueto un aumento notevole del consumo d'acqua potabile. Il presidente della Gran Sasso Acqua, Fabrizio Ajraldi, spiega che «la situazione è sotto controllo». Del resto L'Aquila, secondo i dati Istat riferiti al 2015, figura tra i capoluoghi di regione più virtuosi, con 12 metri cubi di perdite totali lineari. «Le nostre reti sono in buone condizioni», sostiene Ajraldi, «inoltre, la Gran Sasso Acqua dispone di un servizio di monitoraggio remoto che segnala eventuali criticità e permette di gestire la distribuzione delle risorse idriche nelle diverse zone dell'Aquilano».
Il presidente della Gsa, conferma dunque che «al momento non si evidenziano segnalazioni di sofferenza, anche se in alcuni paesi il turismo estivo fa triplicare il consumo di acqua con un conseguente, maggior, approvvigionamento. C'è, poi, il problema dell'irrigazione di orti e giardini, che andrebbe monitorato. L'intervento in centro storico, con la realizzazione del tunnel intelligente è un'opera di indiscusso profilo tecnologico, ma in futuro», conclude Ajraldi, «sarà necessario migliorare l'intera rete idrica dell'aquilano per limitare le perdite e ottimizzare il servizio».
Sulmona, tolleranza zero. Non si registrano particolari problemi sull'approvvigionamento idrico in Centro Abruzzo, nonostante le alte temperature di questi giorni. La pressione dell'acqua dai rubinetti non è certo quella dei mesi più freddi, ma non risultano zone dove la fornitura sia cadenzata o comunque ridotta. Proprio per mantenere questo standard e per evitare inutili sprechi di risorse idriche la Saca ha divulgato un'ordinanza contro l'uso improprio dell'acqua. La società acquedottistica sollecita anche i comuni a fare lo stesso per impedire che l'acqua potabile venga usata per lavare le auto o per irrigare orti e giardini. Ma la Saca va oltre e sollecita controlli da parte della polizia municipale per sanzionare eventuali abusi. «Considerata la normale diminuzione del flusso di acqua potabile, derivante dalla ridotta capacità delle sorgenti, e l’aumento dell’utenza nei comuni a vocazione turistica in occasione delle ferie estive, Saca invita direttamente tutti gli utenti ad un uso più consapevole», esorta l’amministratore unico Luigi Di Loreto, «perché l’acqua potabile è un bene che va tutelato sia al fine di consentire un uso equamente ripartito tra la popolazione che per salvaguardarne l’utilizzo futuro». Gli unici problemi che si riscontrano a Sulmona e nelle zone limitrofe sono le caldaie, soprattutto quelle di ultima generazione ad induzione, che vanno in tilt in seguito alla scarsa pressione nelle tubature.
Vito de Luca
Monica Pelliccione
Federica Pantano
Teresa Di Rocco

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