La vera voce di D’Annunzio scovata dagli uomini del Ris / Video

Alla Fiera del Libro di Torino è stata presentata la registrazione di un discorso commemorativo del 1917 che un’indagine ora attribuisce al poeta

PESCARA. Quando le opere e la vita di uno scrittore diventano inimitabili, è usuale imbattersi in forme praticate dai cosiddetti fan ovvero di coloro che un tempo si chiamavano semplicemente lettori. E così, ogni particolare del grande uomo di lettere diventa un piccolo caso da risolvere: come poggiava la penna sul foglio? Cosa e quanto mangiava? Quando scriveva? Quali le sue preferenze sessuali? E tanti, tanti altri dettagli, anche banali, che la polvere del tempo ha trasformato in enigmi da risolvere. E quale scrittore ebbe vita più inimitabile del nostro Gabriele d'Annunzio? Ariel è da sempre vittima e complice del culto che in fondo ha suggerito alla posterità; vittima perché la sua poesia, davvero inimitabile, è stata adombrata dalla retorica di una vita certo mai banale, ma a tratti sopraffatta dal senso del ridicolo.

Mai come su d'Annunzio la nevrosi contemporanea del feticcio ha dato i suoi frutti, eppure... Eppure c'era ancora qualcosa che di lui non ci era chiara. La voce. Il fatto più naturale e per questo il più sfuggente di un essere umano, la voce. Ma quando parliamo di d'Annunzio i coup de théâtre sono dietro l'angolo ed ecco che salta fuori, grazie alla collaborazione degli studiosi con il reparto fonica dei Ris dei Carabinieri, una registrazione della voce del Vate, impegnato nella lettura del discorso commemorativo che scrisse per il funerale del capitano Vittorio Bellipanni, eroe della Prima Guerra Mondiale, celebrato nella cattedrale di Udine il 12 giugno 1917. Il lavoro di recupero e restauro della registrazione sarà presentato oggi alle 20, alla Fiera del libro in corso al Lingotto di Torino; “Verba manent: la voce di d'Annunzio” il nome dell'incontro, che vedrà coinvolti i principali partner che hanno reso possibile la scoperta: Giordano Bruno Guerri e Alessandro Luciano, presidenti rispettivamente del Vittoriale e della Fub, l’ingegner Andrea Paoloni della Fondazione Ugo Bordoni, Luciano Romito dell’Università delle Calabrie e il maggiore Ciampini, della sezione riconoscimento del parlato del Racis. Nonostante fossimo già a conoscenza dell'unica testimonianza certa della voce di d'Annunzio (udibile a tratti in un vecchio filmato dell’Istituto Luce in cui il poeta intrattiene alcune ospiti al Vittoriale recitando un passo della Divina Commedia), lo studio della nuova registrazione si è basato sull’estrazione di campioni di voce e sul confronto con particolari caratteristiche acustiche tra le più rappresentative della voce di un individuo e meno influenzate dal canale di trasmissione (come le formanti delle vocali e la frequenza fondamentale). Et voilà, ora non abbiamo proprio più niente da immaginare.

©RIPRODUZIONE RISERVATA