«La viabilità in centro va ripensata totalmente»

Parla Giuseppe Di Giampietro, l’esperto di traffico ingaggiato dal Comune «Più mezzi pubblici e corso Vittorio Emanuele va riaperto alle auto»

PESCARA. «Va bene la riapertura al traffico di corso Vittorio Emanuele, ma nel prossimo futuro bisogna ripensare l’intera viabilità del centro». A parlare così è Giuseppe Di Giampietro, architetto 59enne, di Montesilvano, classificatosi primo, su 22 partecipanti, al bando del Comune per la scelta di un esperto di traffico. O più precisamente, come si legge nell’avviso pubblico, di un direttore del «Centro di monitoraggio e gestione della sicurezza stradale». Una figura che l’ente non ha mai avuto sinora. Un incarico che i più maligni hanno definito d’oro, perché l’architetto percepirà per un anno 36mila euro, cioè 3mila euro lordi al mese.

Ma a Di Giampietro spetta un compito non facile. Dovrà organizzare corsi di formazione per i tecnici, monitorare il traffico cittadino, valutare i punti critici per il traffico e la sicurezza stradale. In pratica, i suoi dati e i suoi giudizi dovrebbero diventare determinanti per le future scelte per la viabilità cittadina. L’architetto ha un curriculum di tutto rispetto: è dottore di ricerca urbana e dei trasporti; è docente a contratto del laboratorio di progettazione urbanistica del Politecnico di Milano; ed è stato consulente per la redazione dei piani del traffico di diversi Comuni abruzzesi. Ha lavorato anche a Montesilvano. Di Giampietro si insedierà nei prossimi giorni al Comune di Pescara e in questa sua prima intervista parla di alcuni nodi da sciogliere per quanto riguarda il traffico.

Architetto Di Giampietro, quando comincerà il suo lavoro a Pescara?

«Non ho ancora firmato il contratto, dovrei farlo nei prossimi giorni. Poi, potrò insediarmi».

Ha già un’idea dei problemi da affrontare in materia di traffico?

«Conosco la situazione come la conoscono altri cittadini. Aver lavorato a Montesilvano per le analisi del traffico e poi a Silvi e Città Sant’Angelo sicuramente mi favorisce nell’apprendere la realtà di Pescara».

Una domanda sorge spontanea: a Pescara è in atto una diatriba sulla riapertura o meno al traffico di corso Vittorio. Il Comune è intenzionato a riaprirlo alle auto. Che ne pensa?

«Mi sembra un gioco delle parti, bisognerebbe chiamare un sociologo. Non capisco come una città che ha preso una decisione per realizzare una filovia, non riesca a risolvere questo problema. Per esprimere un giudizio, tuttavia, dovrei avere più dettagli in mano».

Insisto, è giusto riaprire il Corso?

«Se corso Vittorio rimanesse chiuso al traffico, sarebbe una terra di nessuno isolata. Io credo che il problema vada affrontato in un altro modo, al di là dell’ideologia. La viabilità in centro va studiata attentamente, perché è giusto che ci siano aree pedonalizzate. Inoltre va potenziato il sistema di trasporto pubblico che deve diventare multimodale».

Insomma, l’amministrazione comunale fa bene a riaprire il Corso?

«Va bene la riapertura al traffico ma, ripeto, bisogna affrontare il problema della viabilità del centro. Tuttavia, non si può ignorare ciò che la città chiede. Per questo giudico molto positivamente la decisione del sindaco Marco Alessandrini di aprire un dialogo con la città su questo tema. Corso Vittorio deve essere accessibile innanzitutto al trasporto pubblico, dopodiché va rivisto il sistema del traffico. Un’altra questione da affrontare è la strada parco».

Cioè?

«Sulla strada parco ci devono passare i filobus, i pedoni e le biciclette. Ma ora è incompleta. Va riqualificata per quanto riguarda la mobilità e il trasporto pubblico. Non può considerarsi competitivo un sistema di trasporto con 6 filobus che vanno avanti e indietro ogni 20 minuti. Non basta».

Altri problemi da affrontare a Pescara?

«Un altro problema è la rotatoria di piazza Unione appena realizzata. Funziona bene per i veicoli, ma va riprogettata per renderla più sicura per gli attraversamenti dei pedoni, soprattutto anziani».

In sintesi, quali sono gli interventi da mettere subito in cantiere?

«Serve innanzitutto un piano del traffico di area vasta che comprenda anche territori confinanti con Pescara. Bisogna poi affrontare la questione del trasporto pubblico, multimodale. Dopodiché, bisognerà pensare a liberare il centro dalle auto. Si dovrà fare in modo che i veicoli provenienti da fuori Pescara non arrivino in centro».

Lei è pronto a fare tutto questo?

«Mi lasci il tempo di studiare...Ciò che ho detto lo direbbe chiunque, non ci vuole un esperto».

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