LA VIPERA

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A che serve in fondo la Vipera, oggi ? Non c´é nulla in me che faccia divertire. Ho le piattole al posto degli strass, una busta di plastica che sostituisce la pochette, le unghia nere e non piú smaltate. Non ci sto con la testa, non ho idee e soprattutto non ho piú la vitalitá e la gioia che caratterizzava il mio stato d´animo. Sono un giocattolo che non va piú, un rottame ingombrante, un bicchiere di vino andato a male. Sono un rifiuto, un fallimento, uno sporco omosessuale. Sono ultimo, escluso, perdente, colpevole. Sono tutti i mali della societá. Pago per colpe non soltanto mie. Pago per le incomprensioni di chi non ha mai colto il mio malessere. Pago a caro prezzo la mia esuberanza, unica maniera per rendermi visibile agli occhi della gente. A mie spese sconto un´esistenza vissuta sempre sul filo del rasoio, mai lineare, scontata, banale. Ho amato chi ne aveva bisogno e castigato chi meritava una lezione. Sono stato complice di azioni illecite ma credo di essere giá stato punito abbastanza. Sará comunque il mio solito Natale, senza famiglia e senza regali, senza scambio di doni e senza gli auguri di circostanza. Io e Nerone, nella nostra capanna di cartone, con un pezzo di carta stagnola a fare da mangiatoia mentre luci e fuochi di artificio illuminano il cielo privo di stelle comete. E mentre bevo la mente viaggia nel passato. Ricordi e rimpianti si mescolano appannati, quando ero padrone assoluto di me stesso. E piú rinfresco la memoria e piú mi attacco alla bottiglia con la speranza di dimenticare. Ed invece mi dimentico della speranza.

- Il generale inverno non é piú severo come qualche mese fa. Un timido sole si affaccia di tanto in tanto in queste miti giornate di fine febbraio. Piazza Salotto torna a splendere grazie ai numerosi bambini mascherati. Fra due giorni é carnevale e questa domenica ha un sapore tutto particolare. Una festa pagana dove tutti amano indossare una maschera, senza sapere che in realtá non se la sono mai tolta. Io, che ho fatto del travestimento la mia ragione di vita, stavolta non posso farne parte. Nudo e ormai spogliato della mia vera identitá osservo gli altri esibire i costumi piú bizzarri. Uomini vestite da donne, bambini che indossano i panni del supereroe, puttane vestite da suore e delinquenti da sceriffi. Non so perché ma oggi mi sento in forma e provo il desiderio di partecipare alla festa. Se vogliamo, anche la Vipera che si traveste da barbone é un altro paradosso. E allora via fra trombette e stelle filanti, in una pioggia di coriandoli che colorano il mio grigio presente. Canto e ballo fra la folla al passaggio dei primi carri allegorici quando si avvicina una vecchia signora. É Matilde, colei che per anni é stata al servizio di Gianni, il mio migliore amico, un tempo compagno di avventure. L´ho subito riconosciuta nonostante l´etá avanzata.

“ La Lurida é morta. Ha fatto testamento lasciandoti tutto in ereditá. Nei prossimi giorni devi venire dal notaio per ufficializzare l´atto. “

Questo é soltanto l´inizio della mia storia. D´ora in avanti sará tutto come prima. Rewind.

Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.

                                                                                                       SCHOPENHAUER

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