La vita dopo il Covid-19 «Non sarà facile riavere contatti con le persone» 

La psicoterapeuta Ciciotti: «Si avrà paura a tornare alla normalità e ci vorrà gradualità nella ripresa dei rapporti sociali con gli altri»

L’AQUILA. Passata la tempesta, il rischio è che restino muri e barriere. Che si farà fatica a riprendere la fisicità dei contatti. Saremo, forse, tutti più portati a stabilire confini da non superare. È l'altra faccia della medaglia dell'emergenza coronavirus. Quella psicologica e sociale. Ed è su questo aspetto che si dovrà lavorare, secondo Valeria Ciciotti, psicologa e psicoterapeuta aquilana, socia di Aspic Psicologia e volontaria di Aspic emergenza.
Quale sarà la reazione emotiva a epidemia terminata? «Non è da escludere che ci sarà chi vorrà tornare di corsa alla sua esistenza precedente. La presa di coscienza della fragilità umana e della caducità della vita spronerà tutti a fissare nuove priorità, a distinguere ciò che è importante da ciò che è futile. L'incognita del cosa accadrà in futuro peserà, inevitabilmente, sul nostro stato d'animo: in piena fase emergenziale, il livello psicologico di allerta si è elevato».
Come può essere riportata questa soglia dentro valori normali?
«Rivalutando quel che si ha: un tetto sopra la testa, la spesa nel frigorifero, una rete di amicizie e valori affettivi. Possiamo immaginare che, da un lato, esploderà il desiderio di vicinanza e aggregazione, dall'altro bisognerà prepararsi ad una svolta esistenziale, mettendo in conto un senso di gradualità nella ripresa dei contatti umani e sociali».
L'impatto emotivo con il ritorno ad una vita normale sarà pesante?
«Il desiderio di stare insieme, a contatto, non annullerà i problemi, né la paura di riavvicinarsi agli altri. Ci sarà un naturale aggravio di forme ossessive-compulsive rispetto alla pulizia della casa e alla disinfezione. La pandemia ha portato con sé il timore, sempre più diffuso, di avvicinarsi agli altri. Una delle problematiche sarà gestire i rapporti interpersonali e fisici. È pur vero che l'uomo è abitudinario: interiorizza e assimila anche i cambiamenti, facendoli propri. Il nuovo stile di vita, in parte resterà come una forma di consuetudine, ma c'è anche il rischio contrario: la possibilità che si faccia fatica a riprendere la vecchia vita».
Con quali conseguenze? «Pensiamo al ritorno nei luoghi di lavoro, alla ripresa dei contatti, dopo un periodo prolungato di smart working, al riadattamento ai vecchi stereotipi, alla frequentazione dei luoghi e della gente. Le diverse modalità operative hanno consentito, a molti, di scoprire risorse inedite: piuttosto che sentirci in gabbia, sforziamoci di vedere la nostra casa come una protezione e a guardare l'altro, che ha maggiori difficoltà, per superare al meglio le nostre. La responsabilità del domani è frutto di una scelta collettiva e singola, al tempo stesso. Più saremo bravi a mantenere un buon livello di protezione adesso, più sarà vicino il ritorno alla normalità».
Quali risvolti psicologici può portare la pandemia in atto?
«Sarà più facile sviluppare forme ossessive, l'igiene potrebbe condizionare i nostri comportamenti. Il timore di poter contrarre malattie accompagnerà la nostra vita. Un altro rischio psicologico è l'innalzamento delle barriere tra le persone: quando si è molto spaventati, è facile chiudersi a riccio. Nella fase dell'emergenza è naturale cercare il contatto; il rischio del poi è che si entri in un vortice di ipocondria e chiusura totale. Un aiuto può arrivare dalla comunità degli psicologi, molto attiva in questo periodo, anche in un'azione di volontariato a supporto della popolazione».
Anche i bambini rischiano sotto questo aspetto?
«Potranno essere più insicuri e avere timore del rientro a scuola, anche se hanno una capacità di adattamento molto più veloce di quella degli adulti. Il ritorno tra i banchi sarà più sereno se passerà, da parte dei genitori, il messaggio che la mancanza di contatti verrà ripagata con una maggiore vicinanza».
E i rapporti di coppia?
«Molti dormono in camere separate e usano bagni distinti per timore del contagio. Altri, hanno preso consapevolezza che la vita è breve e fugace e che il domani è già oggi. In futuro, ci potrà essere una maggiore difficoltà a creare nuove coppie o mantenere il contatto con il proprio partner, con gli amici. Tutto sta nel saper abbattere il muro dell'isolamento. Questa può essere l'occasione anche per rivedere i rapporti amicali e affettivi, dare più valore alle relazioni serie e annullare del tutto quelle che non soddisfano i nostri desideri. Il domani può essere costruito su nuove vicinanze, più autentiche e solide».
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