La vita tutta in salita per i disabili in Abruzzo

I contributi pubblici per l’assistenza ammontano a 600mila euro ma servirebbero 2 milioni. Nell’ultimo avviso avevano risposto in 276, ma alla fine solo in 38 sono stati ammessi

PESCARA. C’è chi fa della differenza una discriminazione e chi per evitare una discriminazione nega la differenza. L’ideale, come farebbe Einstein, sarebbe di omettere le differenze. Non di ignorarle. Anche quando si parla di disabilità e di denaro pubblico che dovrebbe dare una mano a chi deve scavalcare gli ostacoli di una vita sfortunata, costretta sulla sedia a rotelle, nel letto attaccato al respiratore.

Il problema è che, quando si fanno poi i conti, si scopre che questi soldi, trasformati in contributi, per il Sociale non bastano mai. Servirebbero almeno 2 milioni di euro, ma sono disponbili invece solo 600mila euro. Di fronte invece a una casistica che in Abruzzo – secondo i dati Istat riportati nella tabella accanto – diventa sempre più importante. E di fronte ai 3,9 milioni di euro che pochi giorni fa sono invece stati assegnati dalla Regione alle associazioni culturali fra le quali sono stati infilati eventi che di culturale hanno poco o nulla.

Una sorta di “ferita” che la disabilità riapre avendo appreso dei contenuti dei due bandi pubblici (per complessivi 600mila euro) e ad essa riservati.

Il primo è quello della Vita Indipendente attraverso il quale l’Abruzzo, fra le poche Regioni in Italia, prevede contributi a favore di malati gravi affinché possano appunto sostenere una vita con meno differenze possibili pur avendo la disabilità in casa. Un aiuto per pagare l’assistenza, medicine e terapie o anche gli stessi familiari che, per poter stare loro vicini, hanno ridotto il lavoro.

L’altro strumento prende il nome dalla apparentemente brutta parola inglese “caregiver” che si traduce nella bella espressione di “volontario”. Attraverso i fondi per il Caregiver, la Regione aiuta i familiari (genitori conviventi, inoccupati o disoccupati) che accudiscono disabili in casa: un modo per sopperire a ciò che hanno eventualmente rinunciato per prestarsi come volontari davanti alla disabilità vicina. E il Caregiver estende la sua pur stretta “coperta” anche a chi accudisce i bambini affetti da gravi patologie che necessitano di assistenza h24. L’obiettivo è in questo caso di favorire la permanenza nel proprio domicilio dei minori e di andare incontro alle esigenze delle famiglie che si trovano in condizioni economiche non favorevoli. Il requisito comune e vincolante è che bisogna essere residenti in Abruzzo. E un bando non esclude l’altro.

Bene, si dirà, c’è qualcuno che pensa a chi è stato sfortunato nella vita. Ma è qui che intervengono le differenze nella differenza. Perché non ci sono i soldi per tutti e allora occorre fare una graduatoria di chi è più o meno meritevole del contributo pubblico. E i criteri per fare questa graduatorie non sono solo sulla gravità della patologia e quindi della disabilità, ma anche ad esempio, sul numero dei componenti familiari, della dichiarazione Isee, delle indennità che già si ricevono (legge 104) sulle pensioni di invalidità.

Il risultato è che al bando per la Vita Indipendente – 400mila euro il budget complessivo – hanno fatto domanda in 276, in 247 sono stati dichiarati ammissibili (29 gli esclusi) ma soltanto in 38 sono stati ammessi.

I motivi di esclusione più frequenti sono il limite di età e l’aver presentato la domanda fuori termine. C’è anche chi ha rinunciato al progetto e chi purtroppo, in un caso solo, è nel frattempo deceduto.

Ai 38 disabili inseriti nella graduatoria vengono attribuiti in media 11-12mila euro. Ma affinché possano riceverli devono mostrare agli Enti d’ambito sociali di avere un regolare contratto di assistenza.

Per quanto riguarda Caregiver l'avviso pubblico è stato appena pubblicato sul portale della Regione. È finanziato per 200mila euro – la stessa somma dell’anno scorso – e per ogni famiglia che ha i requisiti molto stretti indicati nel bando prevede un contributo di 10mila euro. Spetterà al Dipartimento per la salute il welfare della Regione compilare la graduatoria. E per presentare domanda occorre fare in fretta perché il termine ultimo è il 9 dicembre.

Nel 2015 sono state 134 le famiglie che avevano partecipato al bando, ma alla fine soltanto 10 sono state ammesse al finanziamento per complessivi 120mila euro (12mila euro a ciascun beneficiario).

Polemiche sono seguite all’esclusione delle domande che erano entrate nella parte alta della graduatoria. Fu risposto che gli 80mila euro avanzati sarebbero stati immessi nel fondo 2016 (elevandolo così a 280mila euro). «Non è stato possibile farlo per motivi tecnici di bilancio», spiegano alla Regione, «ma quei soldi saranno comunque reintegrati». Già, forse nel prossimo Caregiver. Che nel frattempo, caso unico, sarà diventata legge.

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