«Le denunce M5S hanno colpito nel segno»

Erika Alessandrini: «Ora si faccia chiarezza». Acerbo (Prc): «Uno scandalo alla luce del sole»

PESCARA. «L’affare Pescaraporto è da sempre uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle: abbiamo capito fin dall’inizio che, nella storia politica recente di destra e sinistra, c’erano delle “coincidenze” poco chiare, chiamiamole così, che avrebbero portato ad autorizzare la costruzione dei palazzi sul mare in un’area considerata a rischio esondazione. Una situazione paradossale, oltre che illegittima, che andava bloccata subito». Così la consigliera comunale del Movimento 5 stelle, Erika Alessandrini, protagonista di mille battaglie in aula contro la realizzazione delle case vista mare in uno degli angoli più belli e appetibili della riviera di Porta Nuova, commenta l’inchiesta che coinvolge il presidente della Regione Luciano D’Alfonso. «Questo filone sembra essere stato messo in moto dalle nostre denunce», continua, «questo vuol dire che la Procura ha ritenuto le nostre obiezioni corrette. Noi del M5S, estranei a certe logiche, lo avevamo detto fin dal primo momento: non è possibile rilasciare ai costruttori privati un permesso a innalzare edifici che, invece, ai cittadini o al Comune stesso non viene concesso». Erika Alessandrini di recente è riuscita a ottenere dal consiglio comunale il blocco del cambio di destinazione d’uso (da uffici e negozi a studi professionali e residenze) richiesto dalla società Pescaraporto per l’area accanto all’ex Cofa. «Sono naturalmente soddisfatta», aggiunge la consigliera, «per la prima volta dal 2012 la Procura ha aperto un’inchiesta per fare luce su una serie di atti che avevo segnalato come “interpretazioni fantasiose”. Attendo fiduciosa l’esito delle indagini».

«Questa è una nuova ferita per una regione che non merita di balzare alle cronache per queste motivazioni», rincara la dose il consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari, «il governatore venga a riferire in consiglio regionale i motivi di questa ennesima vicenda giudiziaria che lo vede tra gli indagati. I cittadini hanno il diritto di sapere cosa succede. Mi sento, inoltre, di ringraziare magistratura inquirente e polizia giudiziaria, ritengo che la rilettura degli atti amministrativi da parte dell'autorità giudiziaria rappresenti una garanzia di legalità. Ma una politica sana dovrebbe avere gli anticorpi necessari per evitare l'attenzionamento continuo da parte degli organi di giustizia». «Evidentemente», conclude Pettinari, «questo governo regionale ha seri problemi di gestione della cosa pubblica».

«Senza entrare nel penale», chiosa il segretario nazionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, «siamo comunque di fronte a uno scandalo alla luce del sole. L'inchiesta riguarda il piano particolareggiato su cui avevo denunciato la porcata con cui la politica ha reso legittimo un progetto che era stato bocciato dal Tar proprio su mia iniziativa». (y.g.)