Le mani della mafia del Gargano sull'Abruzzo: smantellato il patto della cocaina / VIDEO

Operazione antidroga della polizia partita da Foggia con appendici a Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, Pescara e Francavilla. In dieci in manette, quattro sono abruzzesi. A Montesilvano una donna gestiva la base logistica per lo smercio degli stupefacenti insieme al compagno

FOGGIA. Si era esteso fino a Pescara, passando per Francavilla, il traffico di stupefacenti organizzato da boss pugliesi del Gargano. L'attività è stata smantellata dalla polizia al termine di una lunga indagine che ha abbracciato Foggia, Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, e appunto i due centri abruzzesi. In dieci sono stati arrestati con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Fra di essi esponenti di primo piano della criminalità organizzata e mafiosa attiva nel territorio del Gargano.

Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. I particolari dell'operazione in una conferenza stampa del questore Mario Della Cioppa (in servizio a lungo nella questura di Pescara con incarichi investigativi e alla scuola di polizia Polgai) accompagnato dai dirigenti che hanno seguito le indagini, fra i quali Nicolino Sciolè, ispettore capo della divisione antidroga della squadra mobile di Pescara e in missione sul Gargano.

Secondo da sinistra il questore Mario Della Cioppa e dietro di lui l'ispettore capo Nicolino Sciolè

Gli indagati sarebbero una trentina, dieci dei quali raggiunti da misure cautelari (5 in carcere e 5 ai domiciliari). Tra loro ci sono quattro abruzzesi: Stefano Caldarelli, 37 anni, finito in carcere, Andrea Scaglione, anche lui pescarese, 25 anni, Christyan Serra, 44 anni, residente a Francavilla, e Ivan Ventura, 38 anni, residente in provincia di Foggia (a Troia) ma già sottoposto ai domiciliari a Chieti, tutti finiti agli arresti domiciliari. Con loro sono stati arrestati anche Claudio Iannoli, ritenuto a capo di uno dei clan mafiosi dell’area di Vieste (contrapposto ad un altro gruppo), Luciano De Filippo, vicino alla consorteria criminale dei Senesi-Francavilla, Gaetano Renegaldo, vicino alla consorteria criminale dei Li Bergolis, Alessandro Mastrorazio, tutti in carcere, mentre sono agli arresti domiciliari Antonio Balsamo, e Wanda Campaniello. L'indagine è partita nell'estate 2017 a seguito dei fatti di sangue avvenuti tra luglio ed agosto dello stesso anno sul Gargano, ovvero l'omicidio di Omar Trotta a Vieste ed il quadruplice omicidio di Mario Luciano Romito, del cognato e di due agricoltori in agro di San Marco in Lamis. Le indagini hanno permesso di accertare che, un nuovo capo aveva preso in mano le redini del gruppo criminale, avviando un copioso traffico di cocaina che interessava le piazze di Foggia, Manfredonia e Pescara. L'uomo, sfruttando le sue importanti conoscenze, in particolare, con un pregiudicato foggiano (vicino alla consorteria criminale dei Sinesi-Francavilla) ed un manfredoniano vicino alla consorteria criminale dei "Li Bergolis", ha avviato un fiorente traffico di stupefacenti finalizzato a realizzare profitti illeciti fuori dalla cittadina viestana.

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Mafia del Gargano, la base logistica e le intercettazioni a Montesilvano
La retata antidroga partita da Foggia, il video della polizia nel materiale delle indagini

Coinvolte due distinte organizzazioni: una a Vieste che importava marijuana dall'Albania, l'altra a Foggia con diramazioni anche in Abruzzo, che si occupava prevalentemente di trafficare cocaina. Sequestrato un laboratorio per la lavorazione ed il confezionamento della cocaina, nonché di 300 grammi di hashish.

Il gruppo criminale a Pescara si avvaleva della piena collaborazione di una donna, Wanda Campaniello (arrestata) la quale aveva impiantato una vera e propria base logistica a Montesilvano, potendo contare sull'apporto del compagno  Luciano De Filippo (ai domiciliari) e di un altro  indagato. È emerso anche un vero e proprio accordo per la fornitura della cocaina da smerciare in territorio abruzzese, tra i foggiani ed il manfredoniano; tra i fiancheggiatori di quest'ultimo si distingueva, per il prezioso contributo, il cognato, incaricato in numerose occasioni di fargli da autista.