Les Paillotes, parte la diffida del Comune

La giunta si ricorda delle opere da demolire a 10 mesi dalla sentenza di Cassazione che conferma la condanna di De Cecco

PESCARA. Sono passati dieci mesi dalla sentenza della Cassazione che ha rigettato il ricorso dell’imprenditore Filippo Antonio De Cecco e le opere giudicate abusive del Cafè Les Paillotes, in piazza Le Laudi, sulla riviera di Porta Nuova, non sono state ancora abbattute. Ma ora i tecnici del Comune, dopo un rimpallo di competenze con il Demanio, hanno deciso di muoversi. Ieri l’assessore all’urbanistica Marcello Antonelli, al termine di un giro di telefonate ai dirigenti competenti per informarsi della questione, ha annunciato che mercoledì prossimo i tecnici si riuniranno in Comune per decidere il da farsi e stilare una diffida, o forse un’ordinanza, per sollecitare il privato ad abbattere le opere abusive.

Un ritardo considerato eccessivo che non è passato inosservato. Il consigliere regionale e comunale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo ha puntato il dito contro l’amministrazione. «È il Comune che deve inviare la diffida al privato», ha detto Acerbo, «nei prossimi giorni presenterò in proposito un’interrogazione su questa vicenda». Probabilmente, se gli organi di informazione non avessero richiesto chiarimenti, nessuno si sarebbe mosso. «Ho sentito il dirigente del servizio Anti abusivismo e condono Salvatore Giannitti e mi ha detto che non sono di sua competenza gli abusi di Les Paillotes», ha rivelato Antonelli, «il responsabile è in questo caso il servizio Demanio del Comune ora affidato al dirigente Gaetano Pepe». Lui, quindi, dovrà risolvere questa questione che ha tutto l’aspetto di una patata bollente, su cui è concetrata l’attenzione di Rifondazione comunista e delle associazioni ambientaliste. Le stesse associazioni che il 7 marzo dell’anno scorso hanno esultato per la sentenza della Cassazione che ha rigettato il ricorso di De Cecco, condannato in secondo grado per abusi edilizi sul demanio marittimo. La Corte d’Appello dell’Aquila, due anni fa, ha in realtà confermato la condanna in primo grado per De Cecco, a 11 mesi di arresto e un’ammenda di 39mila euro e per il direttore dei lavori Nicola Di Mascio, a 6 mesi e 24mila euro di ammenda. Pena accessoria, la demolizione delle opere abusive e il ripristino dello stato dei luoghi.

Gli abusi accertati sono elencati in una nota del Wwf: «una zona d’ingresso su piazza Le Laudi, ottenuta attraverso la copertura di tutta la superficie pavimentata e la chiusura con pannelli fonoassorbenti rivestiti in tronchetti di legno; una zona destinata a ristorante, piano bar, pizzeria; l’ampliamento della veranda e una zona costituita da una piattaforma verso il mare. Un ampliamento complessivo di circa 300 metri quadrati».

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