Lite in consiglio, Antonelli ritira le delibere

L’assessore contro la sua maggioranza, salta la seduta. Sì al risarcimento per il rudere della riviera

PESCARA. Una lite tra l’assessore all’urbanistica Marcello Antonelli e la sua maggioranza ha fatto saltare ieri la seduta del consiglio comunale. L’assemblea civica è durata appena 20 minuti, poi l’assessore ha preso tutte le delibere poste all’ordine del giorno e le ha ritirate. Il consiglio è riuscito appena ad approvare un debito fuori bilancio di 119mila euro da liquidare a favore di alcuni residenti che hanno fatto causa al Comune per il rudere sulla riviera nord, il cosiddetto palazzo Michelangelo, che l’ente non ha fatto abbattere, nonostante alcune sentenze ne abbiano decretato la demolizione. «Pensavamo di averle viste tutte durante questi incredibili 55 mesi di amministrazione Mascia ed invece ci siamo sbagliati», ha commentato il vice capogruppo del Pd Enzo Del Vecchio, «questa mattina (ieri) è accaduta la cosa più incredibile: l'assessore Antonelli litiga con la sua maggioranza e per evitare che il consiglio vada avanti ritira tutte le delibere all'ordine del giorno e scappa via. Purtroppo, non è il trailer di una commedia ma l’incredibile realtà che la comunità pescarese è costretta a subire».

«Sul secondo punto all'ordine del giorno», ha spiegato Del Vecchio, «cioè il Regolamento di attuazione per l'arredo urbano e per il piano del colore va in scena il solito e penoso teatrino della maggioranza. I due presidenti di commissione compenti, Antonio Sabatini, di Forza Italia e Marco Mambella, di Pescara futura, hanno proposto emendamenti modificativi talmente sostanziali e talmente innovativi, ma di cui neanche l'assessore competente, Antonelli ne risultava a conoscenza, tanto da spingerlo a decretare il ritiro dalla discussione della relativa delibera».

Diversa la spiegazione di Antonelli. «Ho ritirato tutte le delibere poste all'esame del consiglio comunale», ha detto, «perché ritengo inaccettabile e intollerabile il ricatto posto da una frangia dei partiti di minoranza che, per l'ennesima volta, dinanzi al mancato accordo sulla delibera sul Piano colore, hanno minacciato di bloccare i lavori dell'assise con 200 emendamenti ostruzionistici». «A questo punto», ha concluso, «ho agevolato il consiglio, ponendo fine alla seduta, in modo che i consiglieri comunali che, evidentemente vengono in aula per perdere tempo, potessero finalmente tornare al proprio lavoro».

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