Liti in strada e molestie alle ex, catturato latitante a Pescara

Camillo Sarchiapane, 64 anni, era irreperibile da un mese. Deve scontare una condanna definitiva per un’aggressione in strada ed è accusato di minacce, molestie e di aver tentato di uccidere due sue ex

PESCARA. Si era lasciato crescere dei grossi baffi sperando di non essere riconosciuto e, all'arrivo della Polizia, tenta di nascondersi dietro una porta della sua abitazione, ma alla fine viene arrestato. In manette, la scorsa notte, a Pescara, è finito Camillo Sarchiapane, 64enne irreperibile da circa un mese, ricercato dalla squadra Mobile della Questura.

Sembrava che l'uomo avesse abbandonato la sua abitazione di via Osento, ma nei giorni scorsi il personale della Mobile ha notato che la cassetta della posta era stata svuotata. I poliziotti hanno allora ideato uno stratagemma: hanno scollegato l'energia elettrica, scoprendo, tra l'altro, che Sarchiapane si era collegato abusivamente al contatore condominiale. Ieri sera, poi, notando che i cavi erano stati riallacciati e ritenendo che il 64enne fosse in casa, gli uomini della sezione Catturandi hanno fatto irruzione, sfondando la porta dell'appartamento.

Sarchiapane nel 2002 aveva aggredito un uomo in strada, al culmine di una lite scaturita per futili motivi ed era stato condannato ad una pena definitiva di sei anni e mezzo di reclusione per lesioni aggravate, ma da circa un mese si era reso irreperibile. Nel suo passato - ricorda la Questura - figura una lunga serie di reati, tra cui altri gravi episodi di violenza. Il più eclatante risale all'agosto del 2011, quando a Montesilvano, dopo minacce, pedinamenti e molestie, sparò due colpi di fucile contro la sua ex compagna ucraina, che rimase ferita gravemente alle gambe, non avendo accettato il fatto di essere stato lasciato. Un analogo episodio si verificò nel giugno del 2009, quando, sul lungomare di Pescara, Sarchiapane tentò di investire un'altra ucraina che lo aveva lasciato. Anche in quel caso la donna era stata destinataria di numerose minacce e atti di molestia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA