Liti in strada e pipì sui portoni, ecco la movida in via Battisti a Pescara

Siamo andati tra i locali dopo le proteste per il degrado della zona: botte, cori fino alle 4 e incivili ma la maggioranza è tranquilla. Pattuglie dei vigili solo fino alle 24, la polizia arriva per le emergenze

PESCARA. Tre liti in strada tra la folla della movida, un concerto improvvisato con chitarra e bottiglie di vetro bloccato alle 4 di notte dalla polizia più di un’ora dopo le prime telefonate dei residenti, i portoni e i recinti delle case usati come bagni pubblici. È stato un venerdì notte come tutti gli altri nella zona di via Cesare Battisti e piazza Muzii. Eppure gli abitanti si aspettavano altre scene: dopo il video, pubblicato sul sito del Centro, con cui gli abitanti hanno documentato il degrado e le scene di violenza fuori dai locali e dopo le promesse del Comune con il sindaco Pd Marco Alessandrini che ha parlato addirittura di «immagini dolorose», i controlli non si sono visti: 5 vigili urbani hanno pattugliato la zona a piedi ma solo fino a prima della mezzanotte. Poi, la polizia è intervenuta ma soltanto dopo le chiamate dei residenti. È troppo poco per gli abitanti che convivono con i lati brutti della movida. I residenti vogliono un presidio fisso delle forze dell’ordine, come è accaduto già a Pescara vecchia.

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Il venerdì notte in centro comincia quando è ancora giorno: il largo davanti al mercato coperto e le strade si ripopolano di persone. È l’inizio di un’altra festa per i frequentatori della movida. Invece, per i residenti è un altro incubo perché sanno già che non dormiranno neanche stavolta. «Il venerdì e il sabato sono i giorni peggiori anche se qui è i problemi ci sono dal lunedì alla domenica», racconta Federico Di Filippo, portavoce del comitato dei residenti, Tranquillamente Battisti, che ha raccolto 300 firme per il decoro della zona.

Tra un aperitivo e l’altro, arriva presto la sera: il clima è disteso e nessuno tra quelli che parlano e bevono in strada pensa che la medaglia della movida possa avere due facce. Quella brutta, dipinta da una minoranza, si presenta più tardi, quando l’alcol va in circolo e orienta i comportamenti. La prima lite si scatena a ridosso di piazza Muzii, due persone si spintonano e volano delle bottiglie come raccontano i vetri a terra: schivando gli altri che camminano come se niente fosse, i due arrivano davanti a un locale, uno afferra un tavolino e lo getta all’aria. Qualche minuto di tensione e, poco dopo, arriva la polizia ma la lite è già finita e in via Battisti torna la normalità. Altro momento di tensione nel tratto più vicino a via Muzii: un ragazzo a dorso nudo con dei graffi sul petto grida e si ritrova circondato da più persone. Ci vuole tutta la decisione degli amici per calmarlo, poi resta lì e, rimessa la canottiera a righe, continua a bere. La notte in centro prosegue: un’altra lite arriva poco dopo le 2, quando un litigio tra fidanzati attira l’attenzione del popolo della movida. Lui urla e sta quasi per metterle le mani addosso, lei lo ignora e lui si arrabbia ancora di più. Non è facile per gli amici evitare le botte: la lite prosegue fino a piazza Santa Caterina, poi, il gruppetto torna davanti al mercato e sono ancora spintoni e rabbia da placare. A calmare il fidanzato ci pensa l’amico più fidato: lo prende a schiaffi, il rumore delle mani si sente fino a decine di metri, e lui con viso e collo rossi si rabbonisce.

La festa continua: chi canta, chi passeggia – qualcuno anche con i bambini piccoli nei passeggini o con i cani al guinzaglio – chi fuma spinelli. Davanti al mercato l’odore è inconfondibile e, intorno a due ragazzi di colore, si raduna una piccola folla.

Ai lati del mercato, i bagni pubblici davanti ai portoni delle case: un residente, per scoraggiare gli incivili, ha attaccato all’inferriata del balcone un faro che si accende con una fotocellula. Basta passarci sotto e il marciapiedi si illumina: ma agli incivili non importa. Anzi, si mettono in fila e aspettano il proprio turno. Il risultato è che un rivolo di pipì lungo più di 10 metri arriva fino alle mattonelle a scacchi del passeggio.

Intanto, è ora di chiusura: alle 2 i locali abbassano le saracinesche, come impone l’ordinanza comunale. Sì perché i gestori sono i primi a rifiutare gli effetti distorti della movida: la violenza allontana i clienti e si perdono guadagni. Ma anche se i locali sono ormai chiusi si canta ancora sulle scalette del mercato: sono le 3 passate, quando una comitiva con la chitarra intona cori e batte a terra le bottiglie per portare il tempo. I residenti, stufi, chiamano il 113 e, alle 4, due volante intervengono e gli agenti identificano 6 ragazzi.

Un’altra notte di festa sta per finire: qualche residente scende in strada per sfogarsi con i poliziotti, qualcun altro fa le foto con i telefonini dai balconi per dimostrare che i problemi ci sono davvero. Per poco scende il silenzio anche qui, ma dura poco: arrivano i mezzi di Attiva per cancellare la sporcizia e portare via bottiglie di vetro e bicchieri di plastica ammassati nei cassonetti che trasudano l’odore di alcol. Tra poche ore si ricomincia.

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