Lo scandalo Catania travolge mezza serie B

Il ruolo chiave dell’ex ds Delli Carri, da ieri agli arresti a Francavilla

CATANIA. Non bastavano le decine di arresti e i nuovi indagati nell'inchiesta sulle partite truccate in Lega Pro, serie D ed Eccellenza, non bastavano le denunce che si sono abbattute sulla promozione in B del Teramo, un'altra tempesta si è abbattuta sul calcio made in Italy. All'alba è scattata a Catania l’operazione che ha portato a sette ordinanze di custodia cautelare, tra le quali spicca quella del presidente del club etneo, Antonino Pulvirenti e dell’ex ds Daniele Delli Carri, quest’ultimo ex direttore sportivo nomnché giocatore del Pescara ed ora agli arresti domiciliari a Francavilla.

Per salvare il Catania dallo spettro della retrocessione in serie C, dopo la sconfitta esterna con la Virtus Entella, i vertici del club etneo avrebbero deciso di “truccare” le partite e offrire denaro ai giocatori delle squadre avversarie. È quanto scoperto dalla Dda di Catania che con l’operazione di polizia “I treni del gol” ha arrestato i vertici del Calcio Catania e indagato, in tutto, 19 persone. Ai domiciliari sono finiti: Antonino Pulvirenti, 53 anni, presidente del Calcio Catania, Pablo Gustavo Cosentino, 47 anni, ad Calcio Catania, Daniele Delli Carri, 44 anni, ex direttore sportivo Catania, Giovanni Luca Impellizzeri, 44 anni, agente di scommesse sportive on line, Pietro Di Luzio, 51 anni, tesserato del Genoa Cricket and Football Club, Fabrizio Milozzi, 46 anni, pregiudicato, Fernando Antonio Arbotti, detto Michele, 55 anni, procuratore sportivo e agente Fifa.

Tra gli indagati ci sono Pietro Lo Monaco, proprietario del Messina Calcio; Fabrizio Ferrigno, direttore sportivo Messina; Alessandro Failla, ad Messina Calcio; Alessandro Bernardini, calciatore Livorno; Riccardo Fiamozzi, calciatore Varese; Luca Pagliarulo calciatore Trapani; Matteo Bruscagin, calciatore Latina e Antonino Daì, calciatore Trapani.

I giocatori avrebbero ricevuto, in media, 10 mila euro ciascuno. Gli investigatori della Digos e della polizia postale, attraverso l’intercettazione di numerose conversazioni hanno intuito il modus operandi nell’alterare fraudolentemente il risultato degli incontri del Catania validi per il campionato di serie B, con conseguente vittoria dei rossazzurri. Le indagini sono state avviate nel mese di marzo 2015, quando in considerazione della difficile situazione in classifica del campionato dopo la sconfitta esterna con la Virtus Entella del 21 marzo, in piena zona retrocessione, i vertici della società rappresentati da Pulvirenti, Cosentino e Delli Carri hanno preso contatto con gli altri indagati per favorire le vittorie della squadra etnea negli incontri che si sarebbero disputati da quel momento in poi. L’associazione a delinquere avrebbe goduto di consistenti risorse economiche e finanziarie messe a disposizione da Gianluca Impellizzeri, utilizzate per pagare i favori dei partecipanti alle manifestazioni sportive, risorse umane, contatti e rapporti di conoscenza vantati da Arbotti per individuare ed avvicinare i calciatori ritenuti disposti a offrire le loro prestazioni in cambio di un’offerta o promessa di denaro.

Durante le conversazioni telefoniche gli indagati utilizzavano un codice ben preciso: “il magistrato” era il presidente Pulvirenti, “l’udienza o la causa” era l’incontro di calcio, “la tariffa o la parcella dell’avvocato” era il prezzo per al corruzione del calciatore, “il treno” era il calciatore e “l’orario del treno o il binario” era il numero di maglia del calciatore.

Le partite incriminate, di cui si è accertata la combine sono cinque: Varese-Catania del 2 aprile 2015, terminata con il risultato di 0-3; Catania-Trapani dell’11 aprile 2015 e terminata con il risultato di 4-1; Latina-Catania del 19 aprile 2015 e terminata con il risultato di 1-2; Catania-Ternana del 24 aprile 2015 e terminata con il risultato di 2-0 e Catania-Livorno del 2 maggio 2015 e terminata con il risultato di 1-1. Sotto indagine è finita anche la partita Catania-Avellino disputata il 29 marzo 2015 e terminata 1-0

«L'inchiesta nasce dal fatto che il presidente del Catania Pulvirenti era pressato dai tifosi e temeva anche per la sua incolumità; per questo motivo si è rivolto alla Procura», ha spiegato il procuratore della Repubblica a Catania Giovanni Salvi in merito all'operazione “I treni del gol” . «Ci risulta che cinque partite consecutivamente sono state comprate in un periodo di grande difficoltà del Catania Calcio», ha continuato il procuratore, «naturalmente lavoriamo anche sull'ipotesi che questo abbia delle implicazioni sulle scommesse clandestine. Infatti sono stati anche segnalati degli improvvisi sbalzi nelle quotazioni che possono indicare operazioni anomale derivanti dalla conoscenza e dalla consapevolezza che il risultato sarebbe stato già noto».

Daniele Delli Carri è stato raggiunto ieri mattina dalla Digos di Chieti – incaricata a sua volta dalla Procura di Catania – nella sua abitazione di Francavilla. Il presidente del club etneo ha fatto sapere tramite il suo avvocato di essere «certo di potere dimostrare la totale estraneità ai fatti». Intanto il calcio subisce l’ennesimo terremoto.