Luigi e Letizia si dicono sì di fronte a sessanta invitati

Cerimonia in Comune per le nozze del sindaco Mascia officiate da Guerri Poi tutti a Pianella nella tenuta della famiglia Lizza per festeggiare gli sposi

PESCARA. Lui ha gli occhi innamorati e il viso rosso dall’emozione. Stringe la mano della sposa, le bacia entrambe le guance e poi la guarda dritto negli occhi: «Sei bellissima, troppo per me». Lei accenna un sorriso tra il flash dei fotografi e poi bisbiglia qualcosa, mentre la folla di familiari, amici della politica e rappresentanti delle istituzioni e della società civile accompagnano con un lungo e caloroso applauso l’arrivo della coppia nella sala giunta del Comune. Loro, i due novelli sposi, sono il sindaco Luigi Albore Mascia e la bella operatrice culturale Letizia Lizza, che ieri pomeriggio alle 18 hanno pronunciato il loro “sì” scambiandosi le fedi e una promessa di amore eterno.

A pochi giorni dal voto e con un occhio rivolto alla campagna elettorale, il presidente del Vittoriale degli italiani Giordano Bruno Guerri ha indossato la fascia tricolore per celebrare il matrimonio del primo cittadino di Pescara. Una cerimonia sobria, ma scandita dal calore di centinaia di invitati. Tutti raccolti in una sala decorata di peonie bianche: la stessa che per cinque anni è stata il quartier generale del sindaco uscente.

Lo sposo, in un gessato Brioni color antracite, ha sfoggiato una cravatta viola in barba alle superstizioni.

Lei, invece, ha salito le scale del municipio al braccio del figlio Andrea Scatozza, fasciata in un abito Chantal rosa confetto, impreziosito da un corpetto gioiello senza spalline, con un bouquet di peonie rigorosamente in tinta e un trucco non troppo marcato. Per entrambi è la seconda volta. «Vi siete conosciuti sui banchi del liceo», ha detto il cerimoniere, «poi vi siete ritrovati e innamorati dopo tantissimi anni. Siete belli, buoni e gentili. Credo che il segreto di un buon matrimonio sia di non ingombrare troppo la vita dell’altro».

Poi, nel segno di un’amicizia «nata in nome di D’Annunzio», Guerri ha dedicato agli sposi un sonetto d’amore del Vate. In prima fila, ad assistere allo scambio delle fedi in oro bianco, regalate dal vice sindaco Berardino Fiorilli e dalla fidanzata Chiara Morelli, l’ex vice sindaco Carlo Lizza, padre della sposa, il fratello di lei Roberto Lizza, noto dj di New York e il fratellastro di lui Mauro. Accanto ai due coniugi i testimoni: le cugine di Letizia, Maria Grazia Perna (moglie del consigliere teramano Bruno Cipollone) e Stefania Mincarini, e i cugini di Mascia Stefano Tarantino e la moglie Elisabetta, arrivati dalla Colombia per la felice occasione.

Dietro uno stuolo di autorità in abito da sera, tra cui il prefetto Vincenzo D’Antuono e il questore Paolo Passamonti, i consiglieri e gli assessori di centrodestra, il senatore Andrea Pastore e tanti altri rappresentanti della società civile e dell’associazionismo pescarese. «Lei è troppo bella per me», ha ripetuto Mascia, emozionato come un adolescente alle prese con la prima cotta, mentre i due sposi sono stati sommersi dall’abbraccio di parenti e amici. Dopo il rito civile, c'è stato un ricevimento per pochi intimi: 60 invitati accolti nella tenuta dei Lizza, a Pianella. Cibo, bevande e musica rigorosamente in salsa locale: catering curato da Domenico Genobile, vini La Valentina e, in sottofondo, le Frammentazioni poetiche di Dante Quaglietta e le note di Roby Liza.

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