Ma la protesta continua, commercianti in strada

Ancora sit-in sulla rotatoria di via De Gasperi con slogan e cartelli critici Summa (Confcommercio): così si stravolge il sistema economico della zona

PESCARA. «Questi cavolo di politici prendono decisioni sulla nostra pelle, fregandosene che qui c’è gente che passa dodici ore al giorno a fatijà per pochi euro e che non sa più che inventarsi per truvà li suld per magnà». Il ragazzo della pizzeria al taglio a ridosso dell’area di risulta della stazione, a due passi dal dopolavoro ferroviario, vorrebbe dire di più per spiegare i disagi della chiusura al traffico di Corso Vittorio, per i lavori di riqualificazione. Ma il suo titolare, lo guarda con aria sospetta e lo blocca: «Vabbò, vabbò, lasciamo perde’», si smarca, «tanto parlare non cambia le cose, non serve a neinte».

Forse, non la pensano così quei commercianti che da qualche settimana, quasi ogni giorno, si danno appuntamento alla rotatoria tra via Teramo e via De Gasperi. Si piazzano lì intorno all’una e mezza, ossia in un’ora di punta che coincide con l’uscita di scuola degli studenti, con slogan e cartelli su cui leggi “Corso Vittorio, lavori aria fritta” oppure “Pescara città fantasma”. A quell’ora, le auto vanno talmente piano che i manifestanti hanno il tempo di scambiare vedute con gli automobilisti. Del resto, una delle conseguenze della chiusura di Corso Vittorio è una congestione maggiore su questo tratto di strada, così come in via Carducci. «Lì i livelli di inquinamento dell’aria sono molto peggiorati negli ultimi tempi», spiega Cristian Summa membro del direttivo della Confcommercio. «Ma comunque è tutta l’operazione assurda». Tira fuori dal cellulare una foto di Pescara dall’alto. «Ecco, vedete: «questa parte di città costituisce un’arteria di collegamento fondamentale. Come si fa a chiuderla al traffico?». Ma le preoccupazioni di Summa vanno anche oltre: «Qui si rischia di stravolgere la morfologia economica di questa città». Un ragionamento drammatico ma abbastanza lineare: partono i cantieri, alcuni negozi si trovano in difficoltà e sono costretti a chiudere o delocalizzarsi, come nel caso della libreria Costantini. Al loro posto, attirati dalle prospettive della nuova pedonalizzazione, aprono bar e locali che rischiano di farsi concorrenza da soli. Un altro problema che emerge è anche quello relativo alla sicurezza, in una zona che registra episodi di furto e scasso mai visti prima, come alla Caffetteria “Rendez vous” di Sium Rahel. Dello stesso avviso Nunzio Iulianella, di una gioielleria sulla strada. «I teloni di protezione del cantiere», spiega, «oltre a costituire un ostacolo alla visibilità, rendono difficili le operazioni di pattugliamento». Rincara la dose il tabaccaio Patrizio Fraioli: «Se di notte qualcuno mi accoppa se ne accorgono direttamente la mattina dopo». Dice di avere gli incassi dimezzati. (fab.i.)