Madre e figlio uccisi a Pescara, l'ucraino al giudice: sono stato aggredito
Parla il legale del 26enne che ha confessato di avere assassinato il duplice omicidio di via Tibullo, dopo l'interrogatorio: "Si è difeso, attendiamo il reperto dell'anatomopatologo"
PESCARA. «Il mio assistito ha ripetuto le cose già dette nel corso dell'interrogatorio di domenica scorsa, ribadendo la sua tesi, di essere stato aggredito e dunque di trovarsi nella condizione di doversi difendere per non essere a sua volta ucciso». Così l'avvocato Vincenzo Di Girolamo, questa mattina nel carcere di San Donato a Pescara, dopo l'interrogatorio del suo assistito Maksym Chernysh, l'ucraino di 26 anni che ha confessato di avere assassinato, domenica scorsa, in un'abitazione di via Tibullo a Pescara, Arkadiusz Miksza, polacco di 23 anni e sua madre Krystyna, di 54 anni.
L'interrogatorio condotto dal gip Gianluca Sarandrea, alla presenza del pm Salvatore Campochiaro, è durato circa due ore.
Dall'autopsia eseguita sui corpi delle vittime, è emerso che sono stati inferti in tutto circa trenta o quaranta colpi di coltello, che hanno raggiunto madre e figlio al collo e alla gola. Altre lesioni sono state provocate da una mazza da baseball, nel corso di una violenta colluttazione.
«Chernysh si é difeso - si é limitato ad osservare l'avvocato - procurando le lesioni che saranno repertate dall'anatomopatologo».