Madre e figlio uccisi a Pescara, l'ucraino era imbottito di cocaina e eroina

Maksym aveva assunto un mix di stupefacenti. Davanti al gip nessun segno di pentimento

PESCARA. Non cambia versione, conferma la prima ricostruzione dei fatti e dice di aver ucciso perché voleva difendersi da chi, probabilmente, intendeva portargli via del denaro. A distanza di tre giorni dal duplice omicidio nella mansarda di via Tibullo 25, Maksym Chernysh, 25 anni, ucraino, non si pente di aver ucciso Arkadiusz Miksza, 22 anni, e la madre Krystyna, 53 anni, polacchi, dopo una discussione scoppiata nel bilocale tra i due giovani.

Ieri mattina, interrogato per 2 ore in carcere dal giudice per le indagini preliminari Gianluca Sarandrea, che dovrà esprimersi sulla convalida dell’arresto, il giovane ucraino si è mostrato consapevole e controllato. Ha mantenuto la stessa linea, riferendo di essere stato aggredito da Arkadiusz, detto ArKa, mentre era nella mansarda dove vivevano insieme proprio da domenica. L’altro lo avrebbe bastonato e avrebbe impugnato un coltello e lui avrebbe risposto nello stesso modo, per poi colpire più e più volte con il coltello anche la madre di Arka, che è entrata all’improvviso nel bilocale e si è trovata la scena davanti. Secondo il giovane anche la donna avrebbe provato ad aggredirlo, e lui ha pensato che i due volessero portargli via del denaro. All’interrogatorio dell’ucraino, difeso dall’avvocato Vincenzo Di Girolamo, ha assistito anche il sostituto procuratore Salvatore Campochiaro, che coordina le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo e della squadra mobile, ancora impegnati a ricostruire con esattezza l’accaduto e i retroscena dell’omicidio. Nelle ultime ore, intanto, è emerso un nuovo dettaglio sulle condizioni di Maksym che domenica avrebbe assunto diverse sostanze: non solo una canna e il metadone, come ha riferito lui dopo la cattura e l’arresto, ma eroina, cocaina e una quantità consistente di cannabinoidi.

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Nei prossimi giorni, per completare il quadro, saranno ascoltate tutte quelle persone che possono chiarire i rapporti esistenti tra Maksym e Arka, che si conoscevano già da tempo (il primo acquistava droga dal secondo). A quanto sembra le frequentazioni tra i due si erano intensificate nell’ultimo fine settimana, quando l’ucraino ha chiesto di trascorrere una decina di giorni nella mansarda dove viveva Arka. Maksym intendeva lasciare la casa di Francavilla occupata con la madre e, pagando 150 euro, è stato accolto dal polacco. Domenica, stando alla sua ricostruzione, entrambi hanno assunto droga, dopodiché Arka lo avrebbe colpito con un mazza e un coltello e lui si sarebbe difeso, come dimostrano le profonde ferite riportate alle mani. Un contributo di chiarezza arriverà dagli uomini del Ris, che martedì hanno concluso i rilievi sulla scena del crimine. E nelle prossime ore, pare domani, si attende l’arrivo in città di un figlio di Krystina, che vive in Polonia. Il Comune, con il vice sindaco Enzo Del Vecchio, attende di mettersi in contatto con lui per assicurargli la disponibilità dell’amministrazione. Si apre, infatti, la fase della consegna delle salme alle famiglia, per la tumulazione.

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