Malattia di D’Alfonso, è rissa in consiglio

Protesta il Pdl per uno striscione strappato, l’aula dà pieni poteri al vice sindaco.

PESCARA. La rissa scoppia alle 21, nell’aula consiliare riunita per votare sul certificato medico di D’Alfonso. I consiglieri di centrodestra si sono visti strappare di mano da un vigile urbano improvvido lo striscione con la scritta «Basta imbroglioni». E’ stato il caos. Gli esponenti di opposizione sono usciti dall’aula urlando «Vergogna, vergogna». C’è stato un parapiglia. Ma poi la seduta del consiglio è ripresa e alle 22, la maggioranza, rimasta da sola in aula, ha varato la presa d’atto dell’impedimento del sindaco. I poteri passano al suo vice, stoppato l’arrivo del commissario.

E’ la sintesi di una serata in cui è accaduto di tutto. Si è assistito a un durissimo scontro sul certificato medico presentato da Luciano D’Alfonso, con cui ha attestato, dopo la revoca delle sue dimissioni, di non poter proseguire il suo mandato per un impedimento permanente, dovuto a ragioni di salute. Ma ecco la cronaca del consiglio.

ORE 19,30: SI COMINCIA. Nella sala consiliare, piena all’inverosimile di cittadini, blindata da uomini della Digos, comincia la seduta con l’appello dei consiglieri. Nell’aula si nota l’assenza dell’esponente del Pd, Giancarlo Perfetto, il medico personale di D’Alfonso che ha certicato la sua malattia. Il tifo è da stadio, il pubblico è diviso tra simpatizzanti di centrodestra e centrosinistra. Il presidente del consiglio comunale, Vincenzo Dogali, legge la lettera che il sindaco gli ha inviato per informare l’assemblea della sua impossibilità a svolgere le sue funzioni.

Dogali fa presente, poi, di aver ricevuto successivamente un’altra lettera spedita del prefetto, Paolo Orrei, che lo invita a sottoporre alla valutazione del consiglio la dichiarazione di impedimento del sindaco. Interviene, a questo punto, il capogruppo del Pdl, Luigi Albore Mascia, per chiedere la lettura, con la seduta a porte chiuse, del certificato medico. «Non si può votare la presa d’atto senza conoscere prima la causa di impedimento del sindaco», dice. E’ la scintilla che dà fuoco alle polveri.

LITE SUL CERTIFICATO. Alla richiesta di Albore Mascia, si aggiunge anche quella del capogruppo della Sinistra, Silvestro Profico. Ma il consigliere del Pd, Giuseppe De Dominicis, è di parere opposto. «Non dobbiamo certificare lo stato di salute del sindaco», afferma. Ma il centrodestra torna alla carica con il consigliere di Abruzzo rialzati, Carlo Masci: «Noi dovremmo votare lo scioglimento del consiglio senza conoscere cosa c’è scritto nel certificato medico, è assurdo». Rincara la dose il senatore del Pdl, Andrea Pastore: «La formula magica che certifica lo scioglimento del consiglio non ci convince».

Tra i banchi del centrosinistra, però, arriva un altro secco no. «Siamo stati chiamati a votare solo una presa d’atto sull’impedimento del sindaco», fa presente il capogruppo del Pd, Moreno Di Pietrantonio. Il presidente, Dogali, tenta quindi, di mettere ai voti la scelta di dare lettura del certificato medico, specificando che i consiglieri hanno la possibilità di prenderne visione in separata sede. Dopo una breve sospensione si torna in aula, ma è il caos.

SCOPPIA LA RISSA. Il consigliere del Pd, nonché primario di Pediatria all’ospedale, Giovanni Visci, prende la parola per dire che la lettura di un certificato è contraria al dettato costituzionale e alle disposizioni dell’Ordine dei medici, perché viola la privacy di un malato. Ma Dogali è costretto a far votare la richiesta di lettura del certificato, avanzata dal centrodestra. La richiesta viene bocciata con 21 voti contrari della maggioranza, 14 a favore dell’opposizione. Il centrodestra dà il via alla protesta e, tra i richiami di Dogali, innalza il lunghissimo striscione con la scritta «Basta imbroglioni».
 
L’intervento di un vigile che lo strappa fa esplodere la rissa. Inveiscono contro l’agente Marcello Antonelli e Lorenzo Sospiri. Si crea un capannello di consiglieri, dove volano insulti e spintoni. Interviene il comandante dei vigili, Ernesto Grippo, che cerca di riportare la calma. I consiglieri dell’opposizione lasciano l’aula, insieme ai loro sostenitori, tra urla e proteste. Li seguono telecamere e giornalisti. «Oggi si è celebrata la morte della democrazia», dice Albore Mascia.

POTERI AL VICE SINDACO. La seduta riprende con la maggioranza da sola in aula. Dopo alcuni interventi si arriva finalmente al voto. La delibera sulla presa d’atto di impedimento del sindaco viene approvata con 21 sì e 2 astenuti, cioè Profico e il consigliere dell’Italia dei valori, Filippo Pasquali. L’altro consigliere dell’Idv, nonché medico, Gina Ciccarelli, vota a favore. La giunta guidata dal vice sindaco, Camillo D’Angelo, resterà in carica fino alle elezioni anticipate.

OGGI ALTRA PROTESTA. Intanto questa mattina, alle 11, il centrodestra tornerà nell’aula consiliare per celebrare la «Giornata dell’indignazione». «E’ una giornata per discutere, insieme alla città, la questione morale che ha travolto Pescara» spiega Albore Mascia «vogliamo confrontarci con quei cittadini indignati dinanzi alle ultime vicende giudiziarie».