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Mancano gli assistenti, alunni autistici rimandati a casa

Il caso al comprensivo Masci di Francavilla e all'istituto Di Marzio di Pescara: in entrambi casi la burocrazia e il mancato rispetto delle scadenze punisce le famiglie e nega un diritto ai ragazzi con disabilità. D'Alfonso firma la prosecuzione dei servizi di assistenza scolastica

PESCARA. Ieri due ragazzi autistici non hanno potuto iniziare l’anno scolastico: nelle loro scuole non hanno trovato gli assistenti. Due storie di burocrazia farraginosa, a Francavilla e a Pescara. «Mio figlio ha diritto di essere integrato a scuola come tutti i normo-dotati. È un portatore di diritto, prima ancora che di disabilità». Inizia così lo sfogo di Angela Cirotti, madre di un ragazzino di 13 anni affetto da sindrome autistica grave che ieri mattina avrebbe dovuto fare il suo ingresso all’Istituto comprensivo Masci di Francavilla per iniziare il terzo anno di scuola media. Un ingresso che non è stato possibile. «Al mio arrivo, la coordinatrice scolastica della disabilità della scuola mi ha riferito che mancavano l’assistenza specialistica (di competenza del Comune) e l’insegnante di sostegno, che sarà assegnata tra qualche giorno dall’istituto stesso».

Le scuole hanno l’obbligo di fornire personale idoneo, specialistico alla comunicazione con chi è affetto da autismo. Il paziente autistico ha una sensibilità estrema: ha la costante paura di non essere all’altezza e raggiunge facilmente livelli estremi di frustrazione. Relazionarsi con lui richiede rispetto della sua fragilità. Per questo la scuola, come da convenzione con la Asl, deve mettere a disposizione di ciascuno studente affetto da autismo, assistenti con formazione Aba (Applied behaviour analysis), un vero e proprio protocollo certificato. Accanto alla figura dell’assistente scolastica però è necessaria la presenza di un operatore specializzato che viene assegnato dall’ente locale.

«Mio figlio come tutti i bambini autistici ha un forte deficit nella comunicazione. Ha difficoltà nell’esternare le sue emozioni. Vive alterazioni sensoriali che trasformano ai suoi occhi ambienti innocui, come quello scolastico, in veri e propri campi minati. A volte basta un rumore insolito per innescare reazioni impreviste. È importante quindi saper interpretare segnali che il paziente autistico manifesta: il ruolo dell’operatore è fondamentale. Con una lettera protocollata il 16 agosto, inviata al Comune di Francavilla, abbiamo richiesto l’assistenza di un operatore specializzato per mio figlio. Ieri mattina però a scuola non c’era nessuno». La denuncia della mamma è un misto tra la frustrazione dell’ingiustizia e il senso di impotenza che un genitore vive quando non può garantire a suo figlio i diritti fondamentali che gli garantiscano una vita complessa, ma dignitosa. Ed è stata la mancanza dell’operatore l’elemento mancante di un ingranaggio già complesso.

Sebbene Michelina Zappacosta, dirigente scolastica dell’Istituto Masci, ignara e rammaricata dell’accaduto, abbia assicurato la disponibilità di un assistente didattico a partire da oggi, e questo non ne giustifica l’assenza di ieri mattina, è rimasta scoperta la figura dell’operatore che il Comune avrebbe dovuto indicare, selezionandolo all’interno della cooperativa Orizzonte, con la quale è convenzionato.

La responsabile del servizio disabilità del Comune di Francavilla ha riferito che «il lavoro di concerto per individuare l’operatore più idoneo, tra famiglia, ente comunale e scuola, non si è concluso in tempo con il suono della prima campanella». Era stato richiesto informalmente alla famiglia di indicare l’operatore più idoneo nel rispetto delle esigenze del ragazzo e «davamo per scontato che questo fosse avvenuto. Cioè che la famiglia avesse scelto l’operatore da affiancare al ragazzo». Ma un operatore senza nomina formale dell’ente come avrebbe potuto fare il suo ingresso a scuola? Un groviglio di passaggi burocratici. Maglie di una rete che dovrebbe sostenere e invece intrappola.

Da Pescara un’altra denuncia, quella di Victoriano Lemme, presidente dell’associazione Alba (Associazione abruzzese liberi bambini dall’autismo con l’Aba) e papà di un ragazzo autistico di 19 anni che ieri non ha potuto fare il suo ingresso all’istituto superiore Di Marzio di Pescara per l’inizio del terzo anno di scuola superiore. E come lui tanti ragazzi che oltre a dover fare i conti con la loro disabilità, a Pescara devono farli anche con la lentezza della burocrazia.

La Provincia di Pescara fino allo scorso anno doveva occuparsi dell’assegnazione degli operatori specializzati per alunni disabili. A partire da quest’anno la competenza è passata al Comune di Pescara. Ad oggi però il Comune non ha ancora chiuso il bando di gara per l’assegnazione del servizio di assistenza scolastica. Con tutti i disagi che ne conseguono per i ragazzi e le loro famiglie. «Mi sono recato a scuola e la responsabile del servizio disabilità della Di Marzio», riferisce Lemme, «mi ha informato che l’ufficio comunale delle politiche sociali sta ancora definendo chi dovrà occuparsi di questi studenti speciali». Sarà forse sfuggito agli uffici comunali che la scuola in Abruzzo avrebbe riaperto il 12 settembre? Lemme ha inoltre riferito della disponibilità offerta dall’istituto Di Marzio a suo figlio «fin quando non sarà individuato l’operatore, per 9 ore settimanali potrà essere assistito da alcuni professori nelle loro ore libere». Non si tratta di didattica, ma solo di compagnia: è evidente che siamo lontani dal diritto allo studio, ancor più dal diritto alla continuità didattica.

Rimpallo di responsabilità. Scaricabarile. Burocrazia lenta o forse solo distratta. Per la caccia alle streghe c’è tempo. Il diritto all’istruzione di questi ragazzi invece non può più aspettare. «Noi genitori di ragazzini autistici siamo stufi di dover portare avanti battaglie per ottenere semplici diritti. E ancora peggio, di doverci rivolgere ai tribunali per far rispettare i nostri diritti essenziali. Sulle nostre spalle pesano già le difficoltà di un complesso vivere quotidiano. Perché gettarci addosso fardelli più pesanti? Dovremmo essere sostenuti, accompagnati, compresi. Ci sentiamo presi in giro».

Via libera all'assistenza scolastica. La struttura commissariale per la sanità ha autorizzato la prosecuzione dei servizi di assistenza scolastica agli alunni autistici. E questa mattina è stata inviata ai direttori generali della quattro Asl abruzzesi la disposizione, a firma del commissario ad acta per la sanità Luciano D’Alfonso e del sub-commissario Giuseppe Zuccatelli, che stabilisce la presa in carico - da parte delle aziende sanitarie - dei pazienti autistici e di quelli in trattamento per disturbi generalizzati dello sviluppo. «Negli ultimi anni - si legge nella nota - sono state implementate e messe a regime diverse iniziative per il trattamento dell’autismo e dei disturbi generalizzati dello sviluppo. In considerazione dei risultati finora ottenuti e della necessità di continuare a garantire i mezzi e l’assistenza dovuti ai sensi della vigente normativa socio-sanitaria, a garanzia dei Livelli essenziali di Assistenza, codeste Direzioni Generali sono tenute, attraverso le competenti strutture, alla prosecuzione della presa in carico dei pazienti eleggibili per lo svolgimento degli appropriati programmi riabilitativi». «Siamo dispiaciuti che nella giornata di ieri - sottolinea l’assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci - si siano verificati dei disservizi che hanno coinvolto alcuni studenti. Purtroppo si tratta di procedure che hanno iter complessi e tempistiche lunghe. Da parte della Regione, però, c’è massima considerazione e rispetto verso queste tematiche, tanto che nella nuova programmazione dei fondi, abbiamo previsto un consistente aumento delle risorse destinate a questo tipo di prestazioni».