PESCARA

Mare ancora inquinato vicino al porto canale

I risultati delle ultime analisi: colibatteri elevati a 300 metri dal molo. Via Galilei e via Balilla nella norma, parte la richiesta di revoca di altri divieti

PESCARA. Il mare di Pescara ha ancora problemi di inquinamento. Lo rivelano i risultati delle ultime analisi dell’Arta, effettuate su campioni d’acqua prelevati lungo la costa nord martedì scorso 9 maggio. A 300 metri a nord del porto sono stati trovati colibatteri con valori al di sopra dei limiti di legge. Fortunatamente, però, i tratti di litorale all’altezza di via Balilla e di via Galilei, risultati in passato off limits, sono ora nella norma. Ed è probabile che l’amministrazione comunale, così come ha fatto la settimana scorsa per il punto antistante Fosso Vallelunga, alla luce dell’esito delle ultime analisi, possa richiedere la revoca dei divieti di balneazione anche per via Galilei. Mentre per via Balilla, forse, si dovrà attendere almeno un altro esame con esito favorevole.
Ma l’inquinamento, come dimostrano queste ultime analisi, è sempre in agguato. L’andamento è altalenante, come è accaduto l’anno scorso per tutta la stagione estiva. Stavolta, però, i colibatteri oltre i limiti sono stati trovati solo a 300 metri a nord del porto, in un punto precluso in maniera permanente alla balneazione.
Le analisi su questo punto hanno evidenziato 652 unità per cento millilitri d’acqua di escherichia coli, contro il limite di 500 unità stabilito dalla legge per la sicurezza della popolazione; e 440 unità per cento millilitri di enterococchi, contro il tetto massimo da non superare di 200. Entrambi i parametri indicano la presenza di acqua di fogna, probabilmente, proveniente dal fiume e trasportata sulla costa dalle correnti. È andata meglio, questa volta, negli altri tratti a rischio inquinamento sempre sul litorale nord.
All’altezza di via Balilla sono emerse 109 unità di escherichia coli e 42 di enterococchi; a via Galilei, rispettivamente, 63 e 35; a viale Muzii, 10 e 4. Dati sicuramente migliori di quelli registrati nei primi prelievi della stagione, quelli del 18 aprile scorso, quando erano state trovate in via Balilla e via Galilei 906 e 1.019 unità di escherichia coli, cioè il doppio del limite di legge. La situazione, dunque, sembra migliorare. E, forse, gli interventi effettuati finora per limitare l’inquinamento del fiume hanno funzionato. Innanzitutto, i lavori per il cosiddetto Dk15, cioè il nuovo collettore golenale utilizzato per convogliare fino al depuratore tutti gli scarichi che prima finivano direttamente nel fiume. Durante l’intervento andato avanti per diversi mesi, sono emerse decine di scarichi abusivi, tra cui anche uno per le acque piovane allacciato al Comune di Pescara.

Questa operazione, tuttavia, ha dato risultati positivi, a detta dall’amministrazione comunale, ma non esaustivi rispetto ai problemi di inquinamento riscontrati lungo il litorale. In attesa che si proceda all’apertura della diga foranea, i cui lavori dovrebbero cominciare dopo l’estate, sono state suggerite dai balneatori delle soluzioni temporanee per evitare che l’inquinamento possa compromettere l’andamento della stagione estiva, come del resto è accaduto l’anno scorso. La proposta prevede lo sfoltimento delle prime tre scogliere a nord, a partire dal porto canale e il posizionamento di barriere mobili galleggianti tra la spiaggia e la prima fila di scogliere a nord per bloccare il deflusso del fiume verso il litorale, causa dell’inquinamento del mare. Tutto ciò a spese della Regione. Ma questo progetto, molto probabilmente, verrà realizzato solo in parte. Quasi certa la riduzione delle scogliere, più difficile l’acquisto delle barriere.
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