Mare e montagna, il venerdì nero per la natura in Abruzzo

Dall'agonia dei capodogli sulla spiaggia di Vasto all'orso ritrovato morto, con ogni probabilità avvelenato, a Pettorano Sul Gizio. Una giornata molto delicata con emergenze si più fronti

Un venerdì nero per la natura in Abruzzo, dai sette capodogli spiaggiati sulla costa all'orso ritrovato morto, con ogni probabilità avvelenato, a Pettorano Sul Gizio. Animali traditi dall'uomo, dalle sue abitudini, dalle sue attività industriali. Se non altro l'agonia dei capodogli ha messo in luce un altro potenziale umano, fatto di gente disposta a usare secchi, funi, ruspe e barche per salvare almeno 4 dei sette cetacei spiaggiati. Ma andiamo per ordine.

L'AGONIA DEI CAPODOGLI. Sette esemplari di circa dieci anni, sub-adulti, che sono stati avvistati da un surfista a pochi metri dalla riva della spiaggia di Punta Penna nella riserva di Punta Aderci di Vasto. Da quel momento ha avuto inizio una corsa contro il tempo per salvare i capodogli da oltre dieci tonnellate ciascuno bloccati sui bassi fondali. Ieri, alle 15.05, dopo un lungo applauso liberatorio, è stato possibile far riconquistare il mare aperto al quarto dei sette cetacei che è stato possibile salvare. A turno, centinaia di persone impegnate nel sostenere l'impegno degli uomini della Capitaneria di Porto, del servizio veterinario della Asl provinciale di Chieti e della Protezione civile comunale. Tutti insieme per quella che appare una dichiarazione di guerra alla trivellazione cui è fatta oggetto la costa abruzzese e in particolare quella dei trabocchi in provincia di Chieti. "Sicuramente hanno avuto degli elementi di disturbo che ha fatto perdere loro il senso di orientamento andando a finire sulla costa". Lo ha dichiarato la biologa Valeria Angelini della Fondazione Cetacea di Riccione che ha risposto assieme ad altri volontari all'appello di Vincenzo Olivieri, presidente nazionale del Centro studi cetacei onlus. Sarà proprio la necroscopia che verrà effettuata nell'Università di Padova a dover capire se una patologia o la deviazione indotta dall'ambiente ha diretto verso sicura morte il branco di giovani capodogli che erano stato avvistato qualche giorno fa al largo dell'isola di Vis in Croazia.

I CETACEI Il video diffuso dalla Protezione civile
I SOCCORSI L'intervento sulla riva dal mattino
L'IPOTESI Il consigliere M5S: è colpa dell'air gun
 

DURO IL WWF. Durissimi Wwf "Segnale inequivocabile, stop trivelle", M5S che parla colpe di "air gun in Adriatico", con il Wwf che conferma come "l'air-gun è una pratica che per l'intensità di suono prodotto nel sottofondo marino diviene micidiale per i cetacei, come dimostra una ampia letteratura a riguardo", e tutti i sindaci della Costa Teatina che chiedono il "fermo di tutte le perforazione petrolifere": a questi si aggiunge l'Enpa che chiede "un coordinamento nazionale operativo". Infine il presiedente della regione Luciano D'Alfonso a Vasto ha detto che "il mare Adriatico è preso di mira dalle speculazioni, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi affinché la nostra regione sia luogo privilegiato di accoglienza e non di morte per gli animali che vi abitano e transitano".

L'ORSO AVVELENATO. Un altro orso morto. Questa volta in Abruzzo, terra di tutela della specie. Probabilmente avvelenato, dicono le prime indagini della Forestale. Si tratta di un giovane maschio di orso marsicano, tra i 2 e i 4 anni, di circa 90 chili: secondo il Cfs si tratta "probabilmente" dello stesso orso avvistato ieri in un pollaio nel Comune di Pettorano sul Gizio. A ritrovarlo a pancia in su, sul ciglio di una stradina ciclabile in località San Biagio, sempre a Pettorano sul Gizio, nell'Aquilano, un giovane del posto che transitava in bicicletta. La triste scoperta intorno a mezzogiorno. Un testimone racconta: "Stavo passando di qui e ho visto due persone che stavano osservando qualcosa sul ciglio della strada. Mi sono avvicinato e ho visto la carcassa di un orso a pancia all'aria. Sembrava un peluche. Mi ha fatto tanta tenerezza". Da una prima ricognizione, ha riferito il vicequestore aggiunto della Forestale, Luca Brugnola, l'animale "non presenta ferite da arma da fuoco e nemmeno traumi che fanno pensare a morte violenta".

L'animale era stato avvistato ieri sera all'imbrunire, nella stessa zona che costeggia la statale 17 da altre persone che lo hanno anche fotografato. In un primo momento si pensava fosse l' orsa Peppina, invece si tratta di uno dei due maschi che frequentano stabilmente la zona della Riserva naturale del Monte Genzana. Probabilmente lo stesso che l'altra sera ha avuto un incontro ravvicinato con un residente di Valle Larga rimasto ferito alla testa e a una gamba mentre cercava di fuggire. L'abitazione dell'uomo si trova a poche centinaia di metri dal luogo del ritrovamento.

ìL'INTERVISTA Il direttore del Parco: qui gli orsi sono amati
IN TRENTINO La morte dell'orsa Daniza
IN ABRUZZO La convivenza con gli orsi tiene

Sulla carcassa dell'orso non è stata trovata nessuna traccia di sangue né traumi è l'ipotesi più accreditata è proprio l' avvelenamento. Il Corpo forestale ha prelevato numerosi reperti trovati lungo il sentiero che l'orso avrebbe percorso prima di accasciarsi privo di vita. Certezze sulle cause della morte arriveranno solo dall'esame sulla carcassa che si svolgerà all'istituto zooprofilattico di Grosseto dove sarà trasferita martedì prossimo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA