Mare sporco a Pescara, acquisite le cartelle cliniche dei malati

Prosegue l’inchiesta su acqua inquinata e divieto di balneazione fantasma. Presutti (Pd): Alessandrini ha seguito una prassi, l’ha fatto anche Fiorilli nel 2012

PESCARA. Forestale e capitaneria di porto sono andate all’ospedale di Pescara, e ci torneranno, per acquisire copie delle cartelle cliniche dei pazienti che, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, hanno avuto gastroenteriti e dermatiti che potrebbero essere legate al mare inquinato. È questo un altro passo dell’indagine scattata dopo il divieto di balneazione fantasma. Un divieto firmato dal sindaco Pd Marco Alessandrini dopo uno sversamento di 30 mila metri cubi di liquami in mare per la rottura della condotta fognaria, ma tenuto nascosto a una città che d’estate vive sul mare aspettando un miglioramento delle condizioni dell’acqua a seguito dell’uso di un disinfettante, l’Oxystrong.

L’indagine si muove su due fronti: il primo è capire il perché dell’inquinamento, non solo nella zona di via Balilla, nel centro di Pescara, ma anche a Fosso Pretaro, al confine tra Pescara e Francavilla dove è ancora in vigore il divieto di balneazione a causa dei colibatteri fuori controllo. Forestale e capitanieria, coordinate dal pm Andrea Papalia, andranno anche all’Arta e soprattutto all’Aca, il gestore della rete fognaria e dei depuratori. Per misurare quanto funzionano i depuratori, la forestale eseguirà dei prelievi in diversi punti. L’obiettivo dell’indagine è stabilire se ci sono responsabilità nella gestione degli impianti. Il fascicolo è ancora senza ipotesi di reato, ma potrebbe prefigurarsi il reato di inquinamento ambientale.

Il secondo fronte è quello che riguarda l’ordinanza di Alessandrini che nessuno ha potuto leggere in tempo reale perché non diffusa. Anche in questo caso, per ora, n on ci sono indagati ma è certo che, nei prossimi giorni, comincerà la sfilata di testimoni e tra questi ci sarà anche il sindaco.

Ma nella ricostruzione di quanto accaduto tra l’1 e il 3 agosto scorsi arriva una presa di posizione del consigliere Pd Marco Presutti. Il capogruppo mostra un’ordinanza del 2012 su un divieto di balneazione lampo nella zona di via Mazzini firmata dall’allora vice sindaco Berardino Fiorilli. Ieri lo stesso Fiorilli ha invocato una commissione d’inchiesta sull’accaduto. E Presutti fa capire che non è insolito, in Comune, firmare divieti di balneazione e poi non renderli noti alla città: «Non sta accadendo nulla di diverso da quanto è accaduto negli anni precedenti». Presutti spiega: «Il 10 agosto 2012 Fiorilli, con il sindaco Albore Mascia assente per ragioni certamente prioritarie e a lui note, si trovò a firmare un’ordinanza di temporaneo divieto della balneazione nella zona di via Mazzini, poiché l’Arta aveva comunicato dati microbiologici non conformi. Due giorni dopo, ricevuta una successiva comunicazione dell’Arta con dati conformi per quel punto di campionatura, Fiorilli revocava con nuova ordinanza la precedente di cui non era stata data alcuna comunicazione. Esattamente quanto è stato fatto tra l’1 e il 3 agosto da Alessandrini. Dubito che Fiorilli sia stato un amministratore irresponsabile».

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