Masci abbandona il vertice dopo la lite

Duro scontro alla riunione del centrodestra per la candidatura di Pescara. Albore Mascia e Testa restano separati

PESCARA. È finita male l’ennesima riunione del centrodestra per tentare di trovare un’intesa sul candidato sindaco. Durante il vertice di ieri pomeriggio si sono registrati momenti di tensione e, secondo quanto raccontato da fonti bene informate, i due rappresentanti di Pescara futura Carlo Masci e Berardino Fiorilli avrebbero abbandonato la riunione prima del tempo dopo una lite.

All’incontro erano presenti Antonio Menna, per l’Udc; Federica Chiavaroli e Lanfranco Venturoni, per il Nuovo centrodestra; Nazario Pagano e Lorenzo Sospiri, per Forza Italia; Carlo Masci e Berardino Fiorilli, per Pescara futura; Roberto Petri, per Fratelli d’Italia-An. Il vertice è cominciato parlando della candidatura alla Regione, sulla quale non ci sono stati finora dissensi tra i partiti della coalizione. La ricandidatura di Gianni Chiodi sicura sino a ieri, ora mostra qualche incertezza. I problemi, in realta, sono su Pescara, dove il centrodestra si è spaccato in due. Due i candidati sindaci che si presenteranno alle prossime elezioni del 25 maggio, salvo ripensamenti dell’ultima ora: l’uscente Luigi Albore Mascia, sostenuto da Forza Italia, Pescara futura e Fratelli d’Italia; Guerino Testa, appoggiato dal Nuovo centrodestra.

Ed è proprio sull’ennesimo tentativo di trovare un’intesa sul candidato unico che ieri il centrodestra ha mostrato le sue crepe più profonde. La lite sarebbe scoppiata quando la Chiavaroli ha chiesto a Forza Italia di ritirare il proprio candidato sindaco per consentire a tutta la coalizione di convergere su Testa. Una soluzione questa che troverebbe d’accordo anche Menna, ma non Pescara futura e Fratelli d’Italia.

A quel punto, Masci sarebbe intervenuto minacciando di candidarsi lui stesso a sindaco, nell’ipotesi di un ritiro di Albore Mascia. Le sue parole avrebbero suscitato qualche commento di Menna. L’esponente Udc avrebbe «denigrado» Pescara futura giudicandola una semplice lista civica, scatenando così l’ira di Masci. A quel punto, sia Masci che Fiorilli avrebbero deciso andare via dalla riunione risentiti.

Il vertice, quindi, sarebbe andato avanti senza Pescara futura e i presenti avrebbero preso atto della profonda divisione tra i partiti. Nuovo centrodestra e Udc, a quel punto, avrebbero addirittura messo in discussione la candidatura di Chiodi. «Se non convergete su Testa, noi potremmo rivedere il nostro appoggio sul presidente della Regione», avrebbero detto. Pagano, tuttavia, avrebbe fatto notare la differenza che c’è tra le regionali, con un turno unico e le comunali, in cui Forza Italia e Ncd possono comunque ricompattarsi ad un eventuale ballottaggio. La riunione, però, si è conclusa senza accordo.

In serata, poi, Pagano ha incontrato Albore Mascia per metterlo al corrente di ciò che era accaduto e ha telefonato anche al responsabile dell’organizzazione elettorale di Forza Italia Altero Matteoli. Il coordinatore regionale dei forzisti si è preso altro tempo per verificare la possibilità di trovare un punto d’intesa. «Faremo questo estremo tentativo di trovare l’unità», ha affermato, «il nostro candidato resta Mascia, vedremo se il Nuovo centrodestra convergerà su questo nome. Ma entro venerdì dovremo chiudere». E se non ci saranno novità, venerdì dovrebbe essere annunciata la candidatura di Mascia, in aggiunta a quella di Testa, già da tempo in campagna elettorale.

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