Qui Chieti

Mazzocca disse: «Puliremo tutto». Ma non è accaduto

Era settembre del 2016 quando la Regione convocò a Pescara una riunione sul caso delle discarica teatina di Colle Sant’Antonio data alle fiamme l’anno prima

CHIETI. Era settembre del 2016 quando la Regione convocò a Pescara una riunione sul caso delle discarica teatina di Colle Sant’Antonio data alle fiamme l’anno prima. «Stiamo facendo la nostra parte per il ripristino ambientale del sito», disse quel giorno il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale con delega all’ambiente, Mario Mazzocca. «Insieme al sindaco di Chieti e ai rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte, è stato individuato un percorso che consentirà la completa rimozione di 5.250 metri cubi di rifiuti, combusti e incombusti, liberando così il territorio da una situazione che va considerata un pericolo potenziale da non sottovalutare». Aggiunse Mazzocca. I tempi previsti? Un anno.
Alla riunione parteciparono anche il dirigente del Servizio gestione rifiuti della Regione, Franco Gerardini ed sindaci di Chieti e Bucchianico, Umberto Di Primio e Gianluca De Leonardis, un rappresentante dell’Arta e uno della Prefettura di Chieti. E l’impegno preso dalla Regione era quello di venire in aiuto del Comune stanziando la somma necessaria per finanziare la bonifica attraverso il bilancio regionale del 2017. Si parlò anche di una «road map degli adempimenti in capo ad ogni soggetto coinvolto» con relativo «cronoprogramma» che, assicurarono dalla Regione, «inizierà a dispiegarsi immediatamente». Nel corso della riunione, il sindaco Di Primio quindi auspicò: «Spero che entro il 2017 il sito venga liberato dai rifiuti». E Mazzocca prese l’impegno. Ma oggi a che punto è il programma di bonifica? Fonte regionale del settore discariche e rifiuti, che chiede l’anonimato, afferma che non c’è alcuna somma inserita nel bilancio della Regione. E che l’unico modo per reperire fondi sarebbe quello di inserire il sito di Colle Sant’Antonio tra le aree da finanziare con il Masterplan. Sarebbe però una forzatura, seppure indotta da uno stato di necessità, perché i finanziamenti annunciati attraverso il Masterplan riguardano esclusivamente le aree inquinate che costeggiano il fiume Pescara. Che nulla hanno a che vedere con le colline comprese tra Chieti e Bucchainuco. A chi tocca bonificare la nostra Terra dei fuochi? L’avvocato Ottavio Argenio (M5S), interpellato dal Centro, spiegò che: «In base all'articolo 7 comma 8 della Legge Regione Abruzzo numero 27/2006, i Comuni restano titolari dei procedimenti di bonifica sino all'approvazione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti. Visto che la Regione non ha ancora approvato il piano di gestione, il sito doveva essere bonificato dai Comuni di Chieti e di Bucchianico sui cui territori insiste».
Ma i Comuni non avevano e non hanno fondi. Né potrebbero avviare un’azione di rivalsa sui responsabili del rogo, rimasti ignoti. E per quanto riguarda l’importo delle spese, un’indagine condotta due anni fa dal Comune di Chieti giunse alla conclusione che per le sole operazioni di messa in sicurezza, che non vuole dire bonifica, occorreva mezzo milione di euro. Una somma che è cresciuta per ogni giorno trascorso in più senza intervenire. (l.c.)