Medoilgas: bugie e disinformazione contro il progetto Ombrina mare

La società titolare delle concessioni per le trivellazioni in Adriatico: non siamo una minaccia per la salute. Non ci sarà impatto negativo sul turismo della costa teatina

PESCARA. «Cittadini, associazioni e istituzioni scendono in piazza per manifestare, ma contro che cosa? La domanda non è banale e la risposta non è scontata». Inizia così l’intervento che Sergio Morandi, amministratore delegato di Medoilgas Italia (l’azienda del progetto Ombrina Mare) ha mandato al Centro in occasione della protesta di oggi.

Un intervento per chiarire e spiegare ancora una volta il progetto Ombrina e teso comunque a non acuire gli animi. Morandi fa notare che negli ultimi mesi, non solo il progetto di Ombrina, ma pressoché tutti i progetti di ricerca e produzione di idrocarburi sia a terra che a mare - in Abruzzo, in Adriatico e più in generale in Italia - sono stati accusati di rappresentare un rischio per la salute, per l’ambiente, per il turismo e per l’agricoltura. «Dati e numeri da capogiro, totalmente infondati, sono stati somministrati alla popolazione con il deliberato intento di creare preoccupazione e allarme», scrive, «sono stati evocati incidenti, emissioni dannose per la salute, sversamenti di inquinanti a mare. Un vero e proprio bollettino di guerra. E sembra che poco importi quanto tutto ciò sia vero, quanto concreti siano i rischi. Secondo alcuni, il fine giustifica i mezzi, e la verità scientifica può ben essere ben sacrificata sull’altare di una vittoria di parte. E’ così che funzionano le ideologie. Ma le ideologie, si sa, tengono a fare più danni che altro».

L’ad di Medoilgas ricorda che la produzione di idrocarburi in Italia, in Abruzzo e in Adriatico «racconta un’altra verità e un’altra storia«. «E’ la storia da cui è nata quella che è oggi la più grande azienda italiana, stimata e rispettata a livello internazionale. E’ la storia di generazioni di tecnici ed operai specializzati che lavorano in tutto il mondo, e di ingeneri, chimici e geologi formatisi nelle migliori Università italiane. E’ la storia di decine di imprese che proprio in Abruzzo - Regione che nell’industria mineraria ha un pezzo importante del suo patrimonio - creano lavoro, eccellenza e occupazione e che oggi fronteggiano il rischio di vedere scomparire quanto costruito nel corso di generazioni di duro e serio lavoro. E’ la storia di oltre 100 piattaforme presenti in Adriatico da decenni, alcune nel mare abruzzese, che non hanno mai generato incidenti o problemi come quelli che si vorrebbero far credere oggi ai cittadini. E’ la storia di Paesi che grazie agli idrocarburi finanziano il proprio welfare. Ed è, infine, la storia di un settore industriale che in Italia ha creato ricchezza in modo sostenibile, contribuendo alle necessità energetiche del Paese e generando miliardi di euro di proventi fiscali a beneficio della collettività».

«Non starò in questa sede a fare l’elenco delle bugie di cui Ombrina e il settore industriale a cui appartiene sono stati vittime, ma sono molte», prosegue Morandi, «le bugie possono avere diverse forme, da quelle conclamate a quelle più subdole, create manipolando e travisando i dati degli studi effettuati. Noi non ne facciamo uso, perché crediamo nella responsabilità delle nostre affermazioni. Vi saranno emissioni in atmosfera? Sì, ma ad oltre 12 km dalla costa, in misura inferiore ai valori limite consentiti (tra i più severi in materia) e con un impatto virtualmente nullo. Vi saranno rischi per l’agricoltura? No. Vi sarà un impatto visivo? Sì, ma assai limitato (e sul quale stiamo già facendo studi per renderlo ancora meno percettibilie). Ci sarà una piattaforma di dimensioni ridotte a 6 Km dalla costa (ve ne sono di assai più vicine in Adriatico e persino nella spesso evocata California) e ci sarà una nave a stento visibile dal litorale. Ombrina è una minaccia per la salute delle persone? No, salvo non voler considerare una minaccia qualsiasi attività umana svolta nel rispetto della sostenibilità e delle leggi che la governano. Vi sarà un impatto sui flussi turistici? Noi siamo convinti di no, se è vero, come è vero, che un impatto non vi è stato per tutte le località turistiche, in Abruzzo e altrove, che convivono da molti anni con la presenza di impianti a mare».

Per contro, sull’altro piatto della bilancia Medoil pone centinaia di nuovi posti di lavoro, indotto per le imprese del territorio, investimenti per oltre 250 milioni di euro e un gettito fiscale stimato in oltre 750 milioni di euro.

«Il direttore del Centro», ricorda infine Morandi, «sollecitando un confronto serio e non ideologico sul merito di questi progetti, ha scritto che la salute dei cittadini non si può barattare con il denaro. Noi la pensiamo esattamente come lui, e questo è il nostro impegno e la nostra responsabilità».(cr.re.)

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