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Melilla: primarie e liste senza gli indagati

Il segretario regionale di Sel: il candidato sindaco garantirà per i nuovi amministratori

MONTESILVANO. «Il candidato sindaco che uscirà dalle primarie non sarà un indagato. Gli inquisiti nelle liste? Facciamo un passo alla volta, ma toccherà al candidato sindaco garantire la pulizia delle liste e sono certo che sarà così. Dobbiamo ricostruire il centrosinistra e lavorare sui programmi: Enrico Berlinguer direbbe che dobbiamo scommettere sui "pensieri lunghi"». Lo afferma Gianni Melilla, segretario regionale di Sel.

Segretario, dopo l'assemblea che ha sancito il sì alle primarie del centrosinistra, in 14 si sono dimessi dal Sel di Montesilvano. C'è stato un passo indietro rispetto alla battaglia delle liste pulite per accodarsi alla linea del Pd?
«La nostra linea è ricostruire il nuovo Ulivo e la precondizione è che il candidato sindaco sia trasparente, soprattutto a Montesilvano dove le amministrazioni sono state e sono ancora protagoniste di vicende giudiziarie. Ai nostri alleati, non soltanto a Montesilvano ma anche all'Aquila, Spoltore, Ortona, Avezzano e San Salvo, abbiamo chiesto garanzie precise e cioè che i candidati alle primarie non abbiano alcun procedimento giudiziario in corso».

Montesilvano è un test per la moralità del centrosinistra?
«Sì, chiediamo che il candidato sindaco si faccia carico, una volta stilate le liste, della loro pulizia. Noi pensiamo che chi sarà in lista non debba avere procedimenti giudiziari in corso: un elemento decisivo perché così si può battere il disincanto dei cittadini verso la politica. Dobbiamo sconfiggere la linea dello sfascio e dell'incoerenza».

E se un vostro alleato, per esempio il Pd, volesse mettere inquisiti in lista, che cosa farete?
«Noi non vogliamo imporre il nostro pensiero a nessuno, facciamo una valutazione politica semplice: per superare l'antipolitica e la sfiduca dei cittadini, è necessario puntare su onestà, trasparenza e su un programma che rafforzi l'unità del centrosinistra. Di fronte allo sfascio che imperversa, non vogliamo rinunciare alla scommessa e del centrosinistra unito, ma senza gli inquisiti».

Però, l'ordine del giorno approvato dall'assemblea di Sel esclude soltanto «condannati e rinviati a giudizio». Non c'è il rischio che il vostro progetto di liste pulite rimbalzi nel vuoto?
«Nel regolamento delle primarie ci sarà scritto che nessun candidato sindaco deve avere procedimenti in corso».

Non è automatico, però, che le liste siano senza indagati. Cosa ne pensa?
«Sarà interesse del candidato sindaco garantire la trasparenza delle liste. Serve credibilità: basti pensare che il sindaco in carica, Pasquale Cordoma, ha cinque procedimenti giudiziari aperti. Ecco perché le tre questioni centrali del centrosinistra sono: questione morale, unità e democrazia con le primarie».

Sel avrà un proprio candidato alle primarie?
«Dobbiamo vedere: può darsi che tra gli iscritti ci sia, ma non abbiamo proposte preconfezionate. Se si va alle primarie, è necessario essere aperti: per questo, siamo pronti a valutare candidature indipendenti, rappresentanti della società civile o provenienti da altri partiti».

Un messaggio ai 14 che si sono dimessi?
«Rispetto tutte le posizioni, poi, se qualcuno decide di scendere dal tram mi dispiace. Comunque, c'era qualcuno che voleva le primarie e qualcun altro no».

Giancarlo Castorani ha detto che, sulla presenza degli indagati nelle liste, il circolo cittadino è stato messo in minoranza dalle «truppe del provinciale». È così?
«Non voglio fare polemiche, butto acqua sul fuoco: noi vogliamo vincere le elezioni. Spero che alle primarie partecipino migliaia di cittadini così si supereranno anche i problemi di una di decina di cittadini».

Pensa che i 14 rientreranno nel partito?
«Sarà il provinciale a discutere con i compagni e le compagne di Montesilvano».

Un commento sull'amministrazione Cordoma?
«Cordoma ha dato pessima prova di amministrazione con una politica segnata dal trasformismo. Ora, abbiamo tutte le condizioni per cambiare: dal passato, dobbiamo trarre le conclusioni per evitare altri errori. Ci vuole umiltà: io fino all'ultimo lavorerò per l'unità del centrosinistra come abbiamo fatto a Milano».

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