La protesta in piazza Salotto per Monia Di Domenico

PESCARA

"Mi chiamo Monia e mi hanno ammazzato due volte" / VIDEO

Sconto di pena per l'omicidio della psicologa: palloncini colorati, cartelloni contro la mala giustizia e cori in piazza Salotto

PESCARA. "Mi chiamo Monia e mi hanno ammazzato due volte".

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I cori in piazza per Monia Di Domenico
Sconto di pena all'omicida: famiglia, amici e colleghi della psicologa uccisa due anni fa con 16 coltellate a Francavilla manifestano contro la mala giustizia (video di Giampiero Lattanzio)

Lo hanno urlato questo pomeriggio in piazza Salotto, come una litania, amici, parenti, colleghi e semplici conoscenti. In testa Doretta, la madre. La donna che giovedì, giorno dell'udienza in Corte d'Appello, all'Aquila, ha ascoltato in aula la lettura della sentenza che ha ridotto, da trenta a 17 anni, la condanna per omicidio volontario a Giovanni lacone, responsabile della uccisione, con sedici sassate, di Monia Di Domenico, nel gennaio del 2017. Doretta è stata ritratta con le mani tra i capelli. Immagine iconica di una tragedia familiare. 

Monia Di Domenico, la psicologa uccisa due anni fa a Francavilla

E quella stessa famiglia, allargata agli amici e ai colleghi di Monia, si è riunita questo pomeriggio in piazza, a Pescara, per esprimere sdegno contro uno sconto di pena che viene definito inaccettabile. Palloncini colorati, cartelloni contro la mala giustizia, cori, immagini che ritraggono il volto di Monia, la psicologa di Francavilla uccisa dal suo inquilino moroso.

Doretta, la madre di Monia di Domenico, alla lettura della sentenza in corte d'Appello

E'  la sequenza della protesta che poche ore fa ha animato la piazza centrale della città. «Un flash mob per raccontare il nostro dolore, al quale però non ci arrenderemo finché non verrà fatta giustizia», ripetono gli amici di Monia. Una beffa per la famiglia Di Domenico, considerando che il Senato ha appena approvato la norma che impedisce il ricorso al rito alternativo, e il conseguente sconto di un terzo sulla pena finale, in caso di reati punibili con l’ergastolo, tra cui, appunto, l’omicidio volontario.

Giovanni Iacone, condannato per omicidio volontario
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