Michele Cucuzza a Pescara presenta “Il male curabile”

Parla il giornalista che venerdì sarà allo stabilimento Coralba col suo libro

di Rosa Anna Buonomo

Una speranza, una sfida al cancro attraverso l’applicazione delle nanotecnologie alla medicina. Si intitola “Il male curabile” il libro del giornalista Rai Michele Cucuzza che venerdì, alle 19, sarà presentato allo stabilimento balneare Coralba di via Primo Vere 27, a Pescara. Il volume, edito da Rizzoli, documenta l’incontro del giornalista con il professor Mauro Ferrari, alla guida di un team di 80 cervelli che a Houston, come si legge in una nota diramata dalla casa editrice, «lotta per un sogno che sembra impossibile».

Dopo la laurea in Matematica e l’occasione di conseguire un dottorato di ricerca a Berkley, Ferrari diventa professore associato all’Università della California. Una tragedia gli cambia la vita e lo porta a dedicarsi completamente alla lotta contro il cancro: la moglie, che gli ha dato tre figli, muore dopo essersi ammalata di tumore. Le sue scoperte sull’applicazione delle nanotecnologie si basano su una sperimentazione condotta attraverso metodi innovativi: ghiandole artificiali in grado di rilevare il cancro e somministrare in modo autonomo il medicinale, impiego di nanovaccini capaci di risvegliare il sistema immunitario, robot chirurghi e manichini-pazienti su cui fare pratica. La matematica al servizio della ricerca.

Vuole raccontare ai lettori del Centro come è nato questo libro?

«Quello con Ferrari è stato un incontro casuale», racconta Michele Cucuzza. «Io ero inviato di Raiuno ai seminari annuali Ambrosetti di Villa d’Este. Proprio in quella occasione ho conosciuto Ferrari, che era uno degli oratori, e sono rimasto entusiasta di quello che diceva. Un incontro che mi ha lasciato grande entusiasmo. La figura di un italiano che ha successo all’estero è qualcosa che dà naturalmente speranza ed entusiasmo. Speriamo che il cancro possa diventare una malattia cronicizzabile, di qui il titolo del libro “Il male curabile”. Un titolo che è una speranza. Il cancro è già curabile, ma purtroppo in tanti casi è silente, si manifesta tardo e quando è in metastasi si è condannati. Farlo diventare una malattia “domabile” porterebbe ad avere una qualità della vita buona e una prospettiva di vita lunga».

Volare alla volta di Houston per lei è stata dunque un’esperienza preziosa.

«Un’esperienza molto bella, importante, estremamente positiva e incoraggiante. Non essere rimasto davanti al pc, ma essere andato sul posto, una cosa che oggi si fa sempre di meno nel nostro mestiere. Ho potuto incontrare una persona molto valida e vedere i progressi notevoli che ci sono in questo campo, che porteranno a vivere un’epoca che sia davvero di male curabile».

Per lei quindi più che di fuga di cervelli si dovrebbe parlare di “circolazione” dei cervelli.

«Il problema è che in Italia i fondi sono quelli che sono e che non c’è lo stesso slancio che c’è in America. Lì c’è una disponibilità di fondi maggiore, un entusiasmo palpabile. Ma questo non vuol dire che si portino via i cervelli italiani. La speranza di molti medici è quella di poter proporre a giovani ricercatori una borsa di studio di un paio di anni, per poi portare nel nostro Paese le conoscenze di cui si sono arricch. iti».

Tra gli esperti incontrati da Cucuzza c’è il presidente della Società Oncologica Italiana Antonio Mussa. Per questo il libro ha anche una finalità benefica, visto che una parte del ricavato sarà devoluto all’Airc, l’associazione italiana per la ricerca sul cancro?

«Mi è sembrato doveroso che una parte degli introiti di un libro che parla di battaglia contro il cancro andasse a questa associazione. Si può dire che è un po’ come esserci ritrovati. Ogni anno l’Airc organizza una giornata per la ricerca insieme alla Rai».

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