Migliaia in corteo tra tafferugli e “no” alle trivelle

La protesta di studenti e associazioni contro il governo In piazza Salotto maxi scritta per difendere l’ambiente

PESCARA. Cinquemila per gli organizzatori, un paio di migliaia di persone secondo le fonti delle forze dell’ordine. Comunque sia, un fiume di gente in strada. Per manifestare a favore della scuola pubblica e contro le trivelle. Perlopiù studenti provenienti da diverse città, ieri, hanno sfilato in corteo, dal ponte del Mare, fino a piazza Salotto, passando per corso Vittorio Emanuele, con striscioni, bandiere e slogan contro il governo e per protestare contro il cosiddetto Jobs Act, il disegno di legge sul lavoro che sarà discusso alla Camera dei deputati il prossimo 26 novembre – ci sono però 550 emendamenti che devono essere ancora esaminati per l’ammissione del ddl alla Camera – e lo Sblocca Italia, il decreto già convertito in legge dal Senato che contiene, tra l’altro, norme bocciate dagli ambientalisti per quanto riguarda le trivellazioni petrolifere in mare. E infatti è con un No Oil «umano» che si è conclusa la manifestazione alla quale hanno preso parte anche associazioni, sindacati e collettivi.

Insomma, una protesta che ha preso di mira anche il ministro dell’Istruzione Stefania Gianni, e che ha registrato anche un paio d’incidenti, seppur di non grave entità. Il primo contro la sede della Banca d’Italia, su corso Vittorio Emanuele, quando contro le vetrine è stata lanciata una «bomba» con la vernice rossa che ha imbrattato le pareti della filiale della banca centrale; il secondo in piazza sacro Cuore, quando, a sentire la testimonianza di alcuni studenti, sono volati calci e spinte. Il tutto sarebbe successo quando il corteo stava transitando su corso Umberto. «Avevamo fatto un accordo con gli altri studenti», raccontano i presunti ragazzi malmenati che appartengono a un movimento sorto nel 2011 a Roma, “XX Flotta”, e che a Pescara conta una ventina di iscritti attivi su Facebook, «secondo il quale avremmo aderito alla protesta se non ci fossero stati manifesti politici o altro del genere. E invece la manifestazione si è politicizzata», sottolineano gli studenti aderenti al movimento politico che si rifà a «un futuro che si basi sull’interventismo e che abbia come stile di vita il pensiero e l’azione», come si legge sul profilo Fb, e iscritti a dei licei della città e ad un istituto tecnico. «Pertanto», continuano nella descrizione dei fatti, «abbiamo deciso di uscire dal corteo. Ma a quel punto delle persone adulte, forse anche cinquantenni, ci hanno minacciati. E uno di questi», riferisce in particolare uno studente, «mi ha dato dei calci sulla schiena». Una baruffa ripresa anche da alcuni telefonini e vagliata nei video anche dal personale della Digos, la divisione della polizia che interviene per le operazioni speciali, che è intervenuta sul posto, la quale nelle prossime ore ascolterà ulteriori testimonianze. Una versione, questa degli aderenti alla “XX Flotta”, che in precedenza è stata però smentita dal palco di piazza Salotto: al megafono alcuni organizzatori del corteo hanno urlato di essere stati «attaccati, alla coda del corteo, dai “fascisti”». Insomma, versioni contrapposte sulle quali farà luce la questura, anche in virtù della visionatura delle telecamere posizionate su piazza Sacro Cuore.

Per il resto, lo «strike» sociale evidenziato ieri dal corteo se l’è presa con la crisi economica – «Noi la crisi non la paghiamo» , hanno più volte ritmato in coro –, con la fuga dei cervelli all’estero – «L’Italia è nostra e noi non ce n’andiamo», è stato cantilenato più volte –, con il presidente del consiglio Matteo Renzi invitato a «rottamarsi».

E poi striscioni sulla casa, oggetto dello Sblocca Italia, con manifesti tipo una «Casa per tutti», e sulla scuola, secondo gli studenti a rischio privatizzazione: «Scuola pubblica, laica solidale», hanno invocato con uno striscione.

La prossima protesta, volantinata ieri da Rifondazione comunista, è ora contro il cancelliere tedesco Angela Merkel, il capo della Bce Mario Draghi e Renzi, a Roma, il 29 novembre. Si parlerà, hanno annunciato, di articolo 18, anche se è già stato stabilito il reintegro per i licenziamenti disciplinari, di Fiscal compact e di salario minimo.

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