PESCARAPORTO

Milia, il principe del foro diventato imprenditore

Difensore del governatore Luciano D'Alfonso e costruttore. La polizia indagò su di lui già nel 2015. Ricostruendo la sua galassia societaria. Quasi tutta impegnata nel mattone

PESCARA. Il principe del foro. Lo conoscono così. Ma Giuliano Milia è anche un imprenditore. E a svelare il lato poco conosciuto del difensore di Luciano D’Alfonso, entrambi indagati nell’inchiesta su Pescaraporto, è un rapporto di polizia del 2015 che passa ai raggi X l’avvocato e nove società. Sette delle quali si occupano o si occupavano di costruzioni. E’ il 30 novembre del 2015 quando la squadra mobile di Pescara presenta alla Procura distrettuale dell’Aquila un voluminoso rapporto di fine indagini, composto da 315 pagine, riportando anche due intercettazioni ambientali in una delle quali un costruttore, imputato di corruzione, esprime delle proprie considerazioni su Milia (che abbiamo cercato di rintracciare per un commento, ma senza successo) e sul governatore D’Alfonso. Il capitolo 16 di quel rapporto s’intitola “Il gruppo imprenditoriale Milia”. Il penalista era già finito sotto la lente d’ingrandimento della Mobile di Pescara, diretta da Pierfrancesco Muriana, nell’inchiesta sul Megalò 3, il centro commerciale che doveva sorgere a Chieti Scalo e che ha coinvolto il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, l’ex responsabile dell’Autorità di Bacino, Michele Colistro, e il costruttore di Montesilvano, Ennio Perilli, imputati di corruzione e in attesa dell’udienza preliminare del 2 maggio.

Milia non è mai stato indagato per quell’inchiesta. Né nei capi di imputazione si fa riferimento a lui. Ma il rapporto presentato ai magistrati aquilani dagli investigatori che ora indagano sull’iniziativa immobiliare denominata Water Front Center, per il recupero dei vecchi impianti industriali del gruppo Edison, sul Lungomare Sud di Pescara, fa conoscere un Milia inedito.

Il capitolo su di lui si apre con una considerazione degli investigatori: «(...) Oltre che essere avvocato, è anche un imprenditore attivo nel settore delle costruzioni», scrive la polizia, «come hanno evidenziato sia le visure camerali sia le intercettazioni. Su tutte, si richiama l’ambientale in cui Perilli confida a Colistro che l’avvocato Milia è in società con il costruttore Mammarella».

Parliamo di Franco Mammarella, 71 anni, costruttore teatino, fratello di quel Mario Mammarella che, nel 1991, venne imputato, processato e assolto, per l’omicidio dell’avvocato di Chieti Fabrizio Fabrizi. Ma torniamo a Perilli. Che nell’intercettazione ambientale dice all’altro: «Te lo spiego io. Allora l’avvocato Milia ha un socio che è quello che gli ha fatto guadagnare i soldi all’Ikea (si riferisce alla vendita del terreno di San Giovanni Teatino su cui è sorto l’immobile del colosso svedese, ndr), che si chiama Mammarella (...) uno dei vecchi imprenditori potenti, capito?». L’intercettazione, che riportiamo testualmente, si conclude con la frase: «E’ quello che ci sta a fare pure il Porto insieme». Dalle visure camerali eseguite dalla Mobile risulta che «Giuliano Milia, il 17 novembre del 1999, fonda la società di costruzioni Uropa srl, con sede a Pescara, affidando l’incarico di amministratore unico a un figlio (...) La proprietà della società è divisa in parti uguali tra i tre figli dell’avvocato». Due anni fa, sempre dalle indagini della polizia, risultava che la società Uropa ha compartecipazioni per il 33,33 per cento nella srl Villaverrochio Palace, società pescarese di costruzioni, amministrata da Ludovico Rozzi. L’elenco prosegue con il 20 per cento della Blux srl, anch’essa società di costruzioni, ma inattiva, amministrata da Daniele Sebastiani, presidente del Pescara calcio. Quindi il 50 per cento sia della Pescaraporto srl che della Silex 3 (inattiva), amministrate da Giuseppina Giordano, moglie di Mammarella. E il 25 per cento della Vami costruzioni (inattiva), amministrata da Antonio Iachini, e della Fenice costruzioni, che nel 2015 risultava in liquidazione. Infine, il 75 per cento della Sica srl, di Montesilvano, che commercializza casalinghi, e il 23 per cento della Dap ristorazione, con sede in via Fabrizi. Ma per la Mobile assume rilievo anche una seconda intercettazione in cui sempre Perilli, parlando con Ubaldo De Vincentiis, il costruttore che ha realizzato l’Outlet di Città Sant’Angelo, fa delle affermazioni in libertà sull’importanza di rivolgersi a Milia, frasi agli atti dell’inchiesta Megalò 3: «(...) Perché Luciano D’Alfonso lo difende lui perciò ce l’ha per i coglioni (...) Ieri gli ho detto, Giuliano vedi che quello (D’Alfonso, ndr) sta facendo lo stronzo (...) E ci va a parlare, perché uomo di potere per la Regione Abruzzo».