Minacciò il sindaco condannato a due anni

Longo accusato di aver scritto una lettera minatoria a Mascia per un posto revocato al mercato. Il sindaco gira scortato dai vigili dal 2011

PESCARA. Era andato su tutte le furie perché il Comune aveva revocato alla suocera il permesso fuori legge e aveva preso, secondo l’accusa, carta e penne per scrivere al sindaco Luigi Albore Mascia: «Restituisci il permesso oppure ti sparo alle ginocchia», avrebbe scritto Maurizio Longo, all’epoca detenuto in carcere, nella missiva indirizzata al sindaco. L’episodio è finito in tribunale e il giudice Sergio Casarella ha condannato Longo a due anni per minaccia a pubblico ufficiale. Da quel giorno, il sindaco è scortato nei suoi spostamenti da quattro vigili urbani che, a turno, lo seguono dappertutto mentre Longo, pescarese di 44 anni, reputato dagli inquirenti come uno degli esponenti della banda dei kalashnikov, è latitante.

La vicenda inizia nell’agosto del 2011 quando il sindaco di Pescara riceve una lettera minatoria da un detenuto a causa di un permesso revocato. La suocera del detenuto avrebbe subaffittato il posto fisso per il banco delle vendite all’interno di un mercato ma per l’ufficio del Comune quel permesso viene considerato illegale, perché il subaffito è vietato per legge. Così, scattano le procedure per revocare il posteggio nel mercato. Il detenuto, appena avuta notizia della revoca, va su tutte le furie e prende carta e penna per scrivere a Mascia una lettera piena di minacce. Parte la denuncia e la questione viene affrontata dal Comitato per l’ordine e la sicurezza della prefettura che decide di assegnare una scorta al sindaco composta da uomini della Digos. Ma Mascia rifiuta e chiede in cambio al questore Paolo Passamonti di poter utilizzare i vigili urbani armati per non gravare sull’organizzazione della questura. Così, da agosto del 2011, il sindaco si muove sempre con un vigile urbano che lo accompagna in tutti i suoi spostamenti. Mascia si è recato in tribunale per deporre e l’udienza si è conclusa con la richiesta del pm a un anno di reclusione per Longo, l’uomo difeso dall’avvocato Giancarlo De Marco che farà appello. Una richiesta che è stata raddoppiata dal giudice Casarella che l’ha condannato a due anni.

Longo, che in questo momento è latitante, è considerato, dall’accusa, uno degli esponenti della banda dei kalashnikov finita in carcere a settembre del 2007 per l’assalto da due milioni di euro al furgone dell’Ivri del 3 febbraio 2006 a Dragonara e per altre rapine commesse tra il 2002 e il 2003. Lo scorso anno, l’uomo è stato condannato dal collegio giudicante del tribunale di Chieti presieduto da Alberto Iachini a 12 anni di reclusione.

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