Muore a 26 anni travolto da un’auto in Spagna

L'incidente a Malaga: Alessandro Panaccio viaggiava sulla moto condotta da un amico, era partito dall’Italia per costruirsi un futuro. La fidanzata Ludovica: «Sei la cosa più bella che mi sia capitata»

MONTESILVANO. C’è un fiore azzurro sulla pagina Facebook di Alessandro Panaccio. Qualcuno lo ha messo in sua memoria, sperando «che le persone che lo amano possano trovare un po’ di conforto nel visitare il suo profilo e ricordare lui e la sua vita». Alessandro, 26 anni, di Montesilvano, è morto il 4 settembre a Malaga, al chilometro 272.300 della A7. Viaggiava sulla moto condotta da un amico, in direzione Barcellona, quando un’auto li ha travolti. Lui è morto sul colpo, l’amico è in coma nell’Ospedale clinico universitario andaluso. Il conducente dell’auto è rimasto ferito, ma non corre pericolo di vita. Dell’incidente, in realtà, si sa molto poco. Anche i familiari del ragazzo, raggiunti dalla terribile notizia soltanto la mattina dopo, non conoscono ancora i dettagli dell’accaduto. Secondo alcune fonti l’impatto sarebbe stato latero-frontale, secondo altre la macchina avrebbe tamponato la moto. Dettagli che la “Guardia Civil de Trafico” sta ricostruendo. Infinito il dolore della madre Valentina Schiappa, che ha perso il suo unico figlio, della nonna, delle zie, della fidanzata, Ludovica Di Giandomenico, degli amici, primo fra tutti Francesco Di Battista. Anche Francesco è a Malaga; dopo l’autopsia bisognerà sbrigare tutte le pratiche per il rientro della salma in Italia, procedure che, al momento, sembrano piuttosto complicate, tanto da spingere l’amico a chiedere l’aiuto del sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno. «Vorrei chiederle di fare in modo di far tornare il corpo di Alessandro nella nostra città, perché è un suo diritto tornare qui. Le parlo con la voce di un ragazzo che ha perso un suo carissimo amico», scrive il giovane rivolgendosi al sindaco, «faccia il possibile». Alessandro Panaccio apparteneva a quella generazione di giovani costretta a cercare altrove un futuro. Quattro anni fa aveva deciso di lasciare l’Italia ed era arrivato in Spagna, sull’isola di Tenerife, dove aveva trovato un impiego in un negozio di prodotti biologici. L’anno scorso aveva conosciuto Ludovica e si erano fidanzati, e un paio di mesi fa si erano trasferiti a Malaga, racconta la zia Silvia. «Se esiste un modo per definire mio nipote, è questo: un guerriero dal cuore buono. Un ragazzo che si è sempre dato molto da fare per cercare una stabilità e una vita migliore. Aveva scelto di andare all’estero alla ricerca di quelle possibilità che qui in Italia non era riuscito a trovare, come oggi fanno tanti ragazzi». Il 4 luglio Alessandro, super tifoso del Pescara, aveva aggiornato il suo profilo Facebook, con una foto che lo ritraeva, sorridente, con Ludovica. «Sei la cosa più bella che mi sia capitata», scrive la ragazza. «Guarderemo per sempre l’infinito insieme, amore mio. Dam sta bene (il cane di Alessandro, ndr), è con me e mi prenderò cura di lui per sempre, come volevi tu». Altrettanto commovente il ricordo dell’amico Francesco Di Battista: «Fratello mio, scusami se non ti ho richiamato qualche giorno fa... scusami se non ho potuto riabbracciarti ancora una volta... scusami se in tutti questi anni non ho saputo ricambiare il bene che mi hai sempre voluto... mi hai sempre visto come un fratello maggiore, e ora che finalmente ce l’avevi fatta a cambiare la tua vita, ora che finalmente ero io a desiderare una vita come la tua, qualcuno ha fatto di nuovo lo stronzo e ti ha portato via... ci vediamo presto fratello, ci vediamo presto. Alessandro mi hai spaccato il cuore a metà». La salma rientrerà in Italia appena saranno state concluse le procedure burocratiche, ma la data ancora non si conosce.
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