CHIETI

Muore in ospedale, la famiglia denuncia

Francisco Simeone perde la vita all’età di 70 anni dopo un’operazione alla vescica: disposta l’autopsia

PESCARA. Lo hanno operato per asportare la sua vescica. Sembrava che tutto fosse andato per il meglio, ma dopo poche ore il suo cuore ha smesso di battere.
Sono stati inutili i tentativi di rianimare Francisco Simeone, 70 anni di Pescara. L’uomo è morto venerdì scorso all’ospedale di Chieti dove era stato operato. E ieri mattina la famiglia dell’uomo, che ha lavorato prima come radiotecnico e poi si è occupato di sistemi informatici in un’azienda di San Giovanni Teatino, ha presentato una querela in procura con la richiesta di fare un’autopsia. L’obiettivo è quello di far aprire un’inchiesta per sapere che cosa è successo durante e dopo l’operazione e perché l’uomo è morto.
Francisco Simeone si sarebbe operato per un tumore alla vescica diagnosticato alcuni mesi fa. Ma avrebbe potuto evitare questo intervento che, a detta dei medici, prevedeva rischi contenuti e tollerabili. Per questo avrebbe deciso di fare l’operazione. L’intervento è stato fatto nel reparto di Urologia di Chieti, venerdì scorso intorno a mezzogiorno. Dopo alcune ore in sala operatoria l’uomo è uscito e i medici hanno detto ai familiari che l’operazione era riuscita. Il paziente però non era rientrato in reparto.
Un’ora dopo la famiglia ha ricevuto una chiamata dall’ospedale, più precisamente dalla Rianimazione dove era stato trasportato l’uomo. Ai familiari è stato spiegato che il suo cuore si era fermato. I parenti si sono quindi precipitati in ospedale è hanno trovato un gruppo di medici che cercava di rianimare il paziente. Ma il suo cuore non si è rimesso in moto, nonostante i medici continuassero a dire che l’intervento era riuscito.
I familiari, a questo punto, sospettano che non sia stato considerato che l’uomo era cardiopatico e che, forse, non avrebbe dovuto sottoporsi ad un intervento.
Da qui la decisione dei parenti di vederci chiaro in questa tragedia. Per questo è stata presentata la querela ai carabinieri di Chieti. Con l’apertura di un’inchiesta si potrà procedere anche all’autopsia e capire che cosa non ha funzionato durante o dopo l’operazione in sala operatoria.