Neuroscienziato premiato dal Cnr 

Riconoscimento nazionale al libro del pescarese Antonio Cerasa sul legame tra lavoro, passione e cervello 

PESCARA. Che cosa hanno in comune uno chef, un musicista, un architetto, un sommelier, un matematico, uno scalatore, un giocoliere, uno scacchista, un golfista e un profumiere? La risposta è: un cervello allenato. Modellato e plasmato secondo i personali " carichi cognitivi" che ciascun essere umano è in grado di accollarsi sulla base delle proprie esperienze professionali. Il neuroscienziato pescarese Antonio Cerasa, 41 anni, ricercatore al Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) di Catanzaro, ha vinto l'edizione 2017 (a cui hanno partecipato circa 200 autori italiani con oltre 450 pubblicazioni) del premio nazionale di divulgazione scientifica Giancarlo Dosi con il libro "Expert brain- Come la passione del lavoro modella il nostro cervello" (Franco Angeli editore), promosso dall'Associazione italiana del libro, patrocinato dal Cnr, dall'Associazione italiana per la ricerca industriale (Airi) e dall'Università telematica internazionale Uninettuno.
Il volume dello scienziato di origine pescarese (è nato nella zona della pineta dannunziana) ma residente in Calabria, sarà presentato il 3 febbraio nel corso di un evento al museo d'arte moderna Vittoria Colonna, organizzato dall'assessore comunale alla Cultura Giovanni Di Iacovo. Il premio è stato consegnato a Cerasa il 14 dicembre nella sede capitolina del Cnr, durante una cerimonia presieduta da Giorgio De Rita, segretario generale del Censis e presentata da Paolo Di Giannantonio, giornalista del Tg1.
«Non mi aspettavo di ricevere questo premio, ma sono molto felice», dice Cerasa, anche lecturer di psicologia delle comunicazioni e psicologia del lavoro all'università di Catanzaro, che dedica la sua opera prima alla madre Maria Zecchini, residente a Pescara. Città che lo studioso ha lasciato all'età di 18 anni per proseguire gli studi e le ricerche alla fondazione di Neuroscienze e riabilitazione Santa Lucia di Roma. Cerasa, partendo da alcuni studi elaborati dai colleghi di tutto il mondo sul cervello degli chef, ha sviluppato la curiosità sulle altre professioni e le ha messe nero su bianco in questo volume in vendita su Amazon a 22 euro.
«Sono professioni che hanno valenza sociale», spiega il neuroscienziato che ha già pronto il secondo libro "Diversamente sano- liberi di essere folli", edizioni Hoepli, «sottopongono a forti pressioni persone che poi ottengono come ricompensa la stima degli altri, la fama, l'applauso e tutto ciò fa bene. Quando l'abilità è tale e si superano i limiti, l'area del cervello subisce modificazioni, si deforma e si modella di conseguenza, grazie all'estenuante allenamento. Ciò che io voglio dimostrare con questo libro, che è scritto con un linguaggio semplice (“È stato mio figlio Esteban di 10 anni a darmi la spinta perché mi chiedeva sempre di spiegargli il significato del mio lavoro”) è che non esiste una gerarchia intellettuale, che il supercervello di un matematico non è più importante di quello di un cuoco quando entrambi i cervelli riescono a gestire persone ed eventi con lo stesso talento, abilità e bravura».
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