«No alla bonifica di Bussi» Edison fa ricorso al Tar 

Il sindaco Lagatta: «Tocca al ministero Ambiente con i 45 milioni trovati da Goio Ma sta trascorrendo troppo tempo, la gara d’appalto risale a otto mesi fa»

BUSSI SUL TIRINO. Sono le notizie che rimbalzano da un network a un altro, dalle colonne di un giornale ai servizi televisivi, che si susseguono giorno dopo giorno a sviare un po’ la comprensione della problematica della bonifica sulle aree 2A e 2B di Bussi sul Tirino.
Quei circa 9 ettari di terreno che non hanno nulla a che fare con la grande discarica Tremonti, estesa invece per circa due ettari con una potenza dello strato di terreno inquinato almeno cinque metri. La bonifica di questa area è acclaratamente in capo alla Edison, ritenuta l’artefice dell’inquinamento secondo il principio che chi inquina paga. E questo è un fatto ormai scontato: si attende solo che i lavori possano iniziare secondo le modalità che le attuali acquisizioni scientifiche suggeriscono per risanare queste tipologie di siti, milioni di metri cubi di stoccati di sostanze chimiche altamente pericolose per la salute umana.
In capo alla Edison è anche la bonifica delle aree 2A e 2B dove, a risanamento avvenuto, si prevedono insediamenti industriali. E questo lo ha sancito una deliberazione dell’amministrazione provinciale di Pescara che ha individuato in Edison il responsabile dell’inquinamento. A questa decisione la Edison ha opposto ricorso al Tar e lo ha fatto, non più di una settimana fa, lo scorso 27 settembre, prima che ci fosse la sentenza, da parte della Corte di Cassazione, che scagiona i presunti inquinatori di quei territori di Bussi. E immediata è stata l’opposizione da parte del comune di Bussi per il tramite dell'avvocato Annamaria Bello del Foro di Pescara.
Dunque non è l’esito di questa decisione della suprema Corte che consentirebbe alla Edison di non effettuare la bonifica delle 2A e 2B. «Soprattutto perché», chiarisce il sindaco Salvatore Lagatta, «sarà il ministero dell’Ambiente a eseguirla, con i 45 milioni di euro messi a disposizione del commissario Adriano Goio e poi tornati al ministero con l’emendamento Castricone, in virtù dell’acquisizione che il Comune di Bussi ha fatto di queste due aree per renderle di proprietà pubblica, condizione indispensabile per consentire l'intervento dello Stato. Quindi», prosegue Lagatta, «il ricorso Edison non tira in ballo il Comune, ma il Ministero che potrebbe vedersi contestare da Edison il rinfranco delle somme impiegate per la bonifica. Ciò invece che ci angustia», incalza il sindaco, «è il tempo che lo stesso Ministero sta prendendo per avviare la bonifica alla quale non certo può sottrarsi. È bene ricordare che 8 mesi fa è stata svolta la gara d’appalto, aggiudicata a un’associazione temporanea di imprese, capeggiata dal colosso belga Dec-Deme e composto da Safond Martini srl, Elios Ambiente srl, Sidra Società italiana dragaggi spa e Cooperativa San Martino soc.coop, con un ribasso a 38,53 milioni di euro a fronte della cifra a base d’asta di 45 milioni di euro. Spero che finalmente sia chiaro come stanno le cose qui a Bussi».
C’è ancora da ricordare che in tutto questo, la costruzione di un nuovo impianto chimico da parte della Filippi Pharma non c’entra niente. La holding chimico farmaceutica, per il suo nuovo stabilimento a Bussi, ha acquisito un terreno al di fuori di questi siti inquinati e proprio in questi giorni è in corso di definizione la verifica da parte di Invitalia, l’agenzia del ministero dell’Economia. L’agenzia che, per conto del governo, gestisce la parte finanziaria legata agli investimenti industriali, dopo il meeting dello scorso 25 settembre a Roma con Regione, Provincia e Comune, con i quali è in essere un accordo di programma per poter entrare nel merito del progetto ed erogare entro 30 giorni il contributo statale previsto.
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