No vax in chiesa senza mascherina Scattano un arresto e sei denunce 

Pugno duro contro i negazionisti che domenica hanno aggredito i poliziotti davanti alla basilica Il questore Liguori: «Era un’azione pianificata nei giorni precedenti, hanno una rete organizzata»

PESCARA. È di un arrestato e sei denunciati il bilancio del parapiglia avvenuto domenica, intorno alle 21, davanti alla basilica della Madonna dei sette dolori. A scatenare il caos, una ventina di persone, tutte in via di identificazione da parte della Digos, le quali, durante la funzione religiosa si erano abbassate in segno di sfida e ribellione la mascherina, suscitando le proteste di fedeli e sacerdote. All'arrivo della polizia, per non farsi identificare, avevano iniziato a tirare calci, spinte e pugni. L'arrestato è un 40enne di Pescara, probabilmente un parrocchiano, con un precedente per violenza privata. I denunciati, invece, hanno fra i 30 e i 56 anni. Tre risiedono nella provincia di Pescara e tre in quella di Chieti. Tra loro c'è una donna che, durante il parapiglia, ha tentato di sfilare ad un agente la pistola. Per bloccarla, i poliziotti della squadra volante sono stati costretti ad utilizzare lo spray al peperoncino. Le accuse per tutti sono di resistenza a pubblico ufficiale, turbamento di funzioni religiose, rifiuto di dare indicazioni sulla propria identità e lesioni aggravate in concorso. Due agenti, nel tentativo di riportarli alla calma, sono rimasti infatti feriti e hanno dovuto ricorrere al pronto soccorso. Ieri l'arresto del 40enne è stato convalidato. Trattandosi di un incensurato, non sono state applicate misure cautelari. Tutte e sette le persone finite nei guai «sono ben inserite in contesti lavorativi», tra loro anche funzionari. «Persone», sottolinea il questore Luigi Liguori, che ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa, insieme al dirigente della squadra volante, Paolo Robustelli, «che hanno le proprie idee e nei cui confronti siamo sempre stati tolleranti. Il problema è quando si cerca a tutti i costi di imporre queste idee al resto della collettività, andando a commettere reati e usando la violenza». La serata di follia ha avuto inizio durante la messa delle 20, quando il gruppo è entrato in chiesa e, dopo aver preso posto tra i banchi, in maniera plateale si è sceso la mascherina, incitando i presenti, risentiti da questo comportamento, a fare la stessa cosa. Sono partite all'istante le chiamate al 113. Una volta arrivati sul posto, i poliziotti hanno aspettato la fine della funzione religiosa. Quindi hanno provato a bloccare il 40enne, che si stava allontanando dalla porta della sacrestia. Come lo hanno fermato per identificarlo, ha cominciato a tirare pugni e calci. Non solo, una decina di altre persone sono arrivate in suo aiuto, scagliandosi come delle furie contro i poliziotti. Ad un agente è stato rotto l'orologio mentre ad un altro, come detto, hanno provato a sfilare la pistola. Minuti di delirio tra botte, offese e minacce.
Da quanto ricostruito, già nei giorni scorsi alcuni parrocchiani, fra cui lo stesso 40enne, si erano presentati in chiesa senza mascherina e di fronte alle rimostranze del sacerdote e del servizio di vigilanza avevano preannunciato che sarebbero tornati e l'avrebbero fatta pagare. Quindi, la spedizione punitiva. «Hanno voluto dare un segnale di ribellione», spiega Liguori – di punire il sacerdote che voleva far rispettare le regole. Pensiamo ad un'azione pianificata. Di certo episodi come questi non saranno tollerati. Vigileremo al massimo». Per il questore, «sotto c'è una rete molto attiva e quanto accaduto denota un passaggio di livello sul nostro territorio» da parte di questi gruppi.
Alessandra Di Filippo
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