Nove udienze in 4 anni è il processo sulle antenne

Il caso San Silvestro, con più di cento parti offese, torna in aula il 13 novembre Sfilano i residenti malati di tumore: «Le patologie causate dai ripetitori radio-tv»

PESCARA. Nove udienze in 4 anni con più di cento parti offese che aspettano una sentenza e che sanno però che quel reato a carico dei 18 imputati, «il getto pericoloso di cose», continua a consumarsi. Lo dimostrano le misurazioni dell’Arta a San Silvestro: quelle del 7 ottobre scorso – inviate ancora una volta alla procura di Pescara, alla Asl, al Comune e ai vigili urbani – dicono che sulla collina delle antenne radiotelevisive tra le case basse si registrano ancora picchi di 12,4 volt/metro quando il limite massimo è fissato a 6. Anche nelle camerette dei bambini. È così che ci si avvia a un’altra udienza, la decima, in programma il prossimo 13 novembre in tribunale. Un processo innescato da un’indagine della forestale avviata nel 2007 e approdata, l’anno successivo, al sequestro di 27 ripetitori. Il 25 novembre 2010 si è aperto il dibattimento. Che va avanti lento tra rinvii e al ritmo di due, al massimo tre udienze all’anno perse per i tecnicismi della giustizia.

Otto sedute di burocrazia. Ci sono volute 8 sedute solo per la costituzione delle parti civili e ammettere le prove. Un dibattimento già troppo lento per i residenti che hanno chiesto i danni alle emittenti radiotelevisive, da quelle abruzzesi fino ai giganti nazionali.

Residenti testimoni. D’ora in poi, finalmente, davanti al giudice Gianluca Falco – in 4 anni il giudice è cambiato tre volte – sfileranno i primi testimoni, dagli investigatori della forestale e i tecnici dell’Arta fino ai residenti, alcuni anche malati di tumore che legano le patologie con cui sono costretti a lottare alla pioggia quotidiana e invisibile di onde elettromagnetiche che subiscono.

Studio del 2000. Non è un’ossessione senza basi scientifiche: la tesi dei residenti si poggia su uno studio del dipartimento di Medicina e oncologia sperimentale, sezione patologia ambientale, dell’università di Torino. Una ricerca, condotta nel 2000 su 19 donne di San Silvestro con un’età media di 35 anni e residenti a un passo dalle antenne da almeno due anni, che ha rilevato «alterazioni immunitarie». Ma anche questa ricerca è finita in un vicolo cieco: «Si deve chiarire», recita la conclusione dei medici, «se le modificazioni riscontrate possano essere considerate nei limiti delle fisiologiche variazioni dei parametri immunitari o possano essere fonte di predisposizione a patologie». A San Silvestro, però, un’indagine epidemiologica non è stata condotta.

Limiti superati ancora. Mentre il processo avanza piano, una casella alla volta come in un gioco dell’oca sfortunato, il caso San Silvestro si arricchisce: il sito non rientra tra i 128 censiti nel Piano di assegnazione delle frequenze digitali del 2013 in base alla delibera dell’Agcom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Sito escluso. Sempre del 2013 è una lettera dell’Agcom inviata, come risposta a un parere, agli allora sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e al presidente della Provincia Guerino Testa: «Al di là di qualsiasi considerazione», scrive Angelo Marcello Cardani, «è sufficiente osservare che l’Autorità, in tutte le delibere di pianificazione dal 1998 a oggi, non ha incluso San Silvestro nell’elenco dei siti candidati né conseguentemente lo ha utilizzato per la progettazione delle reti di riferimento non essendo tale sito mai stato assentito dalla Regione Abruzzo».

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