Nuove accuse a De Fanis E spuntano altri 3 indagati

La procura: mazzette all’ex assessore regionale in cambio di spettacoli

PESCARA. Si allarga l’inchiesta per presunte tangenti nella cultura con nuovi nomi iscritti sul registro degli indagati, piccoli imprenditori “compiacenti” che avrebbero ceduto alle richieste di soldi dell’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis per organizzare spettacoli. Ma si amplia anche quella che era stata la parte più da romanzo d’appendice dell’inchiesta che portò ai domiciliari De Fanis e la sua ex segretaria e amante Lucia Zingariello perché, nell’avviso di conclusione delle indagini, a De Fanis vengono contestati una bottiglia di champagne in più pagata con la carta di credito della Regione in un caffè di Torino e, «in accordo con Zingariello», altre cento bottiglie di vino di diversa qualità destinate allo spazio della Regione Abruzzo al Salone del libro di Torino.

Sette indagati e accuse che, a vario titolo, vanno dalla concussione all’induzione indebita a dare o promettere utilità e, ancora, truffa, peculato, abuso, falso e corruzione. E’ stata chiusa così la prima inchiesta che ha abbinato tangenti non ad appalti nell’edilizia ma a manifestazioni culturali e in cui, accanto ai quattro nomi iniziali, sono finiti anche Rocco Masci, 47 anni, originario di Ripa Teatina, presidente dell’associazione Ars Associazione Culturale Musicale, l’imprenditore pescarese Diego Paolini, 35 anni, e l’imprenditore Antonio Di Domenica, 42 anni originario di Atessa. I tre, insieme a De Fanis, Zingariello, al rappresentante legale dell'associazione Abruzzo Antico Ermanno Falone e al responsabile dell'Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Rosa Giammarco, avranno 20 giorni di tempo dalla notifica dell’avviso per presentare memorie, chiedere di essere interrogati o rilasciare dichiarazioni.

«Tangente al casello autostradale». C’è una presunta tangente da mille euro che Masci sarebbe stato «indotto» a pagare a De Fanis al casello autostradale di Pescara-ovest per organizzare un evento musicale al salone del libro di Torino oppure un’altra presunta tangente da 4 mila euro che Paolini sarebbe stato «indotto» a pagare all’ex assessore per il progetto Omaggio a D’Annunzio. Perno dell’inchiesta del pm Giuseppe Bellelli, che ha coordinato le indagini del Corpo Forestale, resta l’ex assessore regionale alla Cultura la cui posizione, con la chiusura dell’inchiesta, si aggrava non solo per le presunte somme contestate ma anche per i reati come quello dell’induzione indebita a dare o promettere utilità, il quarto comma della corruzione: se il 12 novembre dello scorso anno De Fanis finì ai domiciliari dopo la denuncia dell’imprenditore dello spettacolo Andrea Mascitti – «mi ha chiesto tangenti per lavorare» – la chiusura delle indagini racconta che ci sarebbero stati due imprenditori che invece si sarebbero prestati alle richieste dell’ex assessore. La Forestale, in questi mesi, ha continuato a lavorare sequestrando ad esempio quella presunta tangente da 2 mila euro che Mascitti avrebbe consegnato all’ex assessore con un tranello teso dagli investigatori ma ha ampliato le indagini anche su Zingariello, l’ex segretaria di De Fanis che condivide con lui i reati di concussione, abuso, truffa, peculato e corruzione.

«9 mila euro a De Fanis e Zingariello». La coppia, ricostruisce l’accusa, sarebbe stata la destinataria di un giro di assegni sospetti perché, dice l’accusa, De Fanis e Zingariello avrebbero «ricevuto indebitamente 9 mila euro Di Domenica». L’imprenditore è un altro nome nuovo dell’inchiesta in cui sarebbe finito nelle vesti di maggiore azionista e della ditta Di. Dm Group e di amministratore unico e maggiore azionista della Colacillo Zaccardi Srl di Castiglione Messer Raimondo. Secondo l’accusa Di Domenica avrebbe dato tre assegni per un totale di 9 mila euro a De Fanis e alla sua segretaria perché interessato a una serie di appalti come la sistemazione di una rotatoria a Montazzoli – il centro di residenza di De Fanis – lavori di sub appalto dell’asilo di Montazzoli, lo sfalcio e la pulizia delle scarpate nel Comune di Fraine, la sistemazione di alcuni tratti di strade comunali di Castiglione Messer Marino e la manutenzione straordinaria del fiume Alento.

In cambio, ricostruiscono gli inquirenti, De Fanis avrebbe speso la sua influenza come componente della giunta regionale ma anche come consigliere comunale del Comune di Atessa in concorso con Zingariello nelle vesti di dipendente della Regione.

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