Il luogo del ritrovamento del cadavere di Alessandro Neri (foto di Giampiero Lattanzio)

Omicidio Neri, è stata una esecuzione: Alessandro finito con un colpo alla testa / VIDEO

La ricostruzione secondo quanto emerso da autopsia e indagini: il ragazzo conosceva i suoi killer, è andato all'appuntamento. Poi è scattato qualcosa e contro di lui sono stati esplosi due colpi da distanza ravvicinata, il secondo dei quali alla nuca. Il corpo nascosto per guadagnare tempo?

Sparite le chiavi dell'auto: i killer l'hanno spostata e ripulita

PESCARA. Una esecuzione. Alessandro Neri è stato ucciso con due colpi di pistola: uno al torace e il secondo alla testa, alla nuca per la precisione. Tutti e due esplosi a distanza ravvicinata. I particolari sono stati forniti dai carabinieri nel corso di una conferenza stampa sull'omicidio del ragazzo di Villa Raspa di Spoltore trovato morto giovedì scorso in un canale alla periferia sud di Pescara.

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A questo punto la ricostruzione del delitto appare essere questa: il giovane di 28anni è andato con la sua auto _ la Fiat 500 rossa cabrio _ all'appuntamento con i killer a San Silvestro. Era qualcuno che conosceva, con cui probabilmente si era già incontrato. Ma questa volta è finita male. Una discussione, forse, poi la pistola e il colpo all'emitorace. Quindi il colpo di grazia alla testa.

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Le indagini sull'omicidio di Pescara: i punti fermi dei carabinieri
Il comandante provinciale colonnello Marco Riscaldati fa il punto sull'inchiesta a 5 giorni dal ritrovamento del cadavere: l'autopsia, il secondo colpo di pistola alla nuca, la Fiat 500 rossa trovata in via Mazzini. E tante altre domande a cui non può rispondere

Per Alessandro "Nerino" non c'è stato scampo. Il primo proiettile è stato recuperato in sede di autopsia, ed ha chiarito che l'arma usata è di piccolo calibro. Il corpo è stato lasciato fra gli arbusti. Forse  l'obiettivo era di non farlo trovare subito. In modo da guadagnare  tempo. La Fiat 500 rossa è stata ripulita da tracce, impronte e fango e portata in via Mazzini, in pieno centro. Dove mercoledì è stata ritrovata. Ma Alessandro era già morto da almeno 36 ore, cioé da lunedì sera: il giorno della scomparsa.

Manca un movente. Gli inquirenti continuano a non escludere nessuna pista. I parenti del ragazzo, però, tengono a precisare che tra le due famiglie, quella del padre e quella della madre, non c'è alcuna conflittualità. Il punto della situazione, dopo una riunione in Procura , è stato fatto dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Marco Riscaldati, il quale sottolinea che non ci sono indagati per l'omicidio. Gli investigatori continuano a scavare nelle ultime ore di vita di Alessandro. Lo fanno attraverso i tabulati telefonici e le ultime persone con cui è entrato in contatto, attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza del centro di Pescara, dove mercoledì scorso è stata trovata l'auto del ragazzo, attraverso le testimonianze di parenti e amici. L'obiettivo è quello di ricostruire quanto accaduto dal momento in cui il giovane è uscito di casa, lunedì pomeriggio, e il ritrovamento dell'automobile. È in quella fascia temporale, secondo gli inquirenti, che il 29enne è stato ucciso. Il suo cellulare si è spento lunedì sera, dopo aver consentito di individuare la presunta zona, in cui, poi, giovedì, sono intervenuti i cani molecolari. Se il cellulare è stato recuperato, effetti personali, come documenti o carte di credito, non sono stati ritrovati. Manca anche il portafoglio, ma il giovane «non era solito utilizzarlo», sottolinea il colonnello; mancano anche le chiavi dell'auto. Nel luogo in cui è stato recuperato il corpo - il fosso Vallelunga, quartiere San Donato, area impervia a circa sei chilometri dal centro cittadino - sono stati fatti accertamenti: il materiale repertato è all'esame del Ris di Roma.

Nessuna faida. Mentre si attende di conoscere la data dei funerali di Alessandro, che dovrebbero essere celebrati prima del fine settimana, i parenti del ragazzo, attraverso i carabinieri, tengono a chiarire che la famiglia Neri «non ha alcuna situazione di conflittualità» con la famiglia Lamaletto, quella della madre del 29enne. In questo modo i parenti del 29enne, stremati dal dolore, mettono a tacere le voci circolate su presunti dissidi c ricollegabili al delitto