Opere, il 15% delle spese va in consulenze

Un fiume di denaro pubblico per pagare le parcelle dei professionisti, il Pd accusa la giunta Mascia e minaccia esposti alla Corte dei conti: contestati i progetti per i lavori della riviera, fioriere e Prg del porto

PESCARA. Il 15 per cento delle spese sostenute dal Comune per realizzare opere pubbliche viene utilizzato per pagare consulenti e tecnici esterni. Una sorta di tassa occulta che l'ente versa abitualmente, ogni volta che viene bandito un appalto. E' in pratica un fiume di denaro pubblico sottratto alla città e ai cittadini. Il Pd ha intenzione di fare luce su questa vicenda e ha richiesto agli uffici competenti l'elenco di tutti gli incarichi di progettazione, di supporto ai dirigenti competenti, affidati nel corso dell'anno appena concluso. «Qualora si dovessero riscontrare danni a carico della collettività, invieremo tutte le carte alla Corte dei conti», avverte il consigliere del Pd Enzo Del Vecchio.

ALCUNI ESEMPI. «Il caso più eclatante», rivela il consigliere, «è quello della riqualificazione della riviera nord. Il prezzo a base d'asta per i lavori è stato di 609mila euro. Ma a questa cifra si devono aggiungere altri 103mila per spese tecniche e incarichi vari, cioè il 17 per cento dell'importo complessivo». Così, il lavoro è costato complessivamente 712mila euro. «Un altro esempio», prosegue Del Vecchio, «è la realizzazione delle fioriere in alcune zone della città. Su 100mila euro di lavori, sono stati assegnati incarichi per 13mila euro».

L'ultimo caso è stato denunciato dal Pd giovedì scorso. Si tratta di una consulenza, costata 23mila euro all'amministrazione comunale, per redigere il nuovo Piano regolatore portuale. Ma il documento è stato già realizzato da tempo. «Il titolo della determina firmata dal dirigente Fabrizio Trisi» spiega il consigliere, «lascia immaginare un compito immenso e allora sarebbe giustificato farsi assistere da un tecnico qualificato, se non fosse che il progetto del Piano regolatore portuale è stato già redatto da un gruppo di altissimi professionisti, scelti con bandi di gara». E allora, si chiede l'opposizione, a che serve questo ennesimo incarico? Incarico che il dirigente ai lavori pubblici Fabrizio Trisi ha affidato all'architetto Concetta Di Cicco, lo stesso tecnico a cui l'attuale amministrazione comunale si è rivolta nel giugno dell'anno scorso per un altro lavoro importante, cioè la progettazione del Piano integrato di sviluppo urbano (Pisu).

Ma le consulenze esterne sembrano non finire mai. Ogni tanto ne esce fuori qualcuna nuova. «Per ogni lavoro», osserva Del Vecchio, «vengono affidati in media dai 4 ai 6 incarichi esterni». Vengono reclutati architetti, ingegneri, geometri, contabili a supporto dei dirigenti dei vari settori, nominati dall'amministrazione comunale come Rup, cioè responsabili unici dei procedimenti. Evidentemente, i 930 dipendenti che lavorano in Comune non sono ritenuti all'altezza di questi compiti.

LA LISTA SUL SITO. Sul sito Internet del Comune sono state pubblicate solo alcune consulenze. C'è lo scrittore Giordano Bruno Guerri, cui il sindaco Luigi Albore Mascia ha affidato per un anno l'incarico di curare l'immagine della città, in cambio di un compenso di 75mila euro. C'è l'agenzia di comunicazione Mirus che si è occupata dell'elaborazione del progetto di Centro commerciale naturale per 18mila euro. E c'è anche Michele Lepore, l'architetto della lista civica di Carlo Masci, Pescara futura, che svolge l'incarico di progettista del Comune per 27mila euro all'anno.

CORTE DEI CONTI. Il Pd vuole dare uno stop a questa enorme spesa sostenuta dall'amministrazione comunale. «Abbiamo chiesto le carte agli uffici», fa presente il consigliere Florio Corneli, «ma l'elenco completo degli incarichi affidati nel settore dei lavori pubblici continua a restare riservato. Presenteremo un'interrogazione al sindaco». Corneli lancia in proposito una proposta. «Il Comune paga per ogni opera pubblica in media il 15 per cento in più», sottolinea, «si tratta della cifra massima prevista dalla legge sugli appalti. Se l'ente assumesse due tecnici per svolgere gli stessi lavori affidati ai consulenti esterni, risparmierebbe sicuramente denaro».

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