PESCARA

«Ora ci servono 300 euro per la droga, ma mia moglie non mi ridà il bancomat» 

Le conversazioni intercettate tra il dirigente comunale e il costruttore angolano. E spunta l’impegno di Trisi prima del concorso: «Devo stare due mesi serio» 

PESCARA. «Adesso a noi servono 300 euro per pagare la droga... ce la facciamo? Sennò Pino mi massacra. Ho fatto un danno tra sabato e lunedì... venerdì, solo che mia moglie non mi ridà il bancomat». È quanto il dirigente comunale Fabrizio Trisi, titolare di un settore strategico per il Comune come quello dei Lavori pubblici, riferisce al suo amico imprenditore Vincenzo De Leonibus. Ha bisogno di droga e gli racconta che ha speso 2 mila euro in stupefacenti in 24 ore: «Eh, però, io in ventiquattrore li ho finiti, ho finito 2 mila euro».

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E nel chiedere aiuto economico all’imprenditore, Trisi gli spiega che dovrà astenersi dall’assumere stupefacenti per almeno un mese: parla di «clausura», prima degli esami per il concorso da dirigente: «Devo stare due mesi serio, se faccio quattro mesi serio non ce la faccio». Il gruppetto della “Tana delle Tigri”, come veniva chiamato il luogo dove i quattro (Trisi, De Leonibus, e i dipendenti comunali Gianluca Centorame e Jairo Ricordi) si riunivano per sniffare cocaina, giocare a carte e trovare il sistema per far vincere più gare di appalto possibili al loro amico imprenditore, De Leonibus (che oltre a sniffare con loro, li sovvenzionava quanto all’acquisto di droga), passavano molto del loro tempo libero a parlare di questo e quell’altro spacciatore: di chi faceva il miglior prezzo e via discorrendo. I loro rifornitori erano soprattutto Pino Mauro Marcaurelio, Vincenzo Ciarelli e Patrick Fusilli (i primi due finiti anche loro in carcere mentre per Fusilli il gip ha rigettato la richiesta dei pm Luca Sciarretta e Anna Benigni).
Sulla corruzione di Trisi il giudice fa uno specifico capitolo evidenziando che le indagini «hanno consentito di accertare che nello svolgimento delle proprie funzioni di dirigente lavori pubblici, compartimento sicuramente strategico per l’ente pubblico e per la collettività, ma anche, evidentemente per gli imprenditori interessati a ricevere le milionarie commesse dall’ente, Trisi, ricorrendo allo strumento dell’affidamento diretto, quindi senza gara, agevolava l’impresa De Leonibus Costruzioni, affidando lavori alla predetta società o ad altre imprese che poi subappaltavano o comunque facevano eseguire i lavori alla De Leonibus. L’asservimento delle funzioni di Trisi alla volontà e agli interessi economici di Vincenzo De Leonibus», aggiunge il gip, «è tale che il dirigente comunale, per soddisfare le richieste dell’imprenditore, si prodiga anche per garantire la vittoria di Marco D’Andrea, soggetto segnalato da De Leonibus, al concorso presso Pescara Energie», partecipata al 100 per cento dal Comune di Pescara. L’affidamento diretto riguardava lavori di vario genere, ma anche cantieri per la manutenzione delle strade della città finanziati dai fondi del Pnrr per un valore di 5 milioni di euro. E ieri, contestualmente alle esecuzioni delle misure cautelare per i quattro finiti in carcere, gli uomini della guardia di finanza hanno eseguito una lunga serie di perquisizioni in uffici (quelli comunali ma anche quelli dell’imprenditore) e locali nella disponibilità degli arrestati, in alcune società municipalizzate (e qui il riferimento è a Pescara Energia), alle sedi delle imprese coinvolte (i cui responsabili andranno ad aumentare il numero degli indagati che è superiore a quello reso noto con la misura) oltre a perquisizioni anche in provincia, al fine di acquisire tutta la documentazione utile alle indagini ancora in corso. Se tutte le formalità relative alle notifiche saranno state portate a termine entro la giornata di oggi, il giudice Fabrizio Cingolani potrebbe procedere agli interrogatori di garanzia anche da domani o al massimo giovedì. E, nella stessa giornata, ad effettuare gli interrogatori di Ricordi e Centorame per poi decidere sulla misura interdittiva richiesta dalla procura. (m.cir.)