Ordinanza antenne fa ricorso anche l’arcivescovo

PESCARA. C’è anche il nome di Tommaso Valentinetti nel lungo elenco di coloro che hanno presentato ricorso per l’annullamento delle ordinanze comunali per la disattivazione e la delocalizzazione...

PESCARA. C’è anche il nome di Tommaso Valentinetti nel lungo elenco di coloro che hanno presentato ricorso per l’annullamento delle ordinanze comunali per la disattivazione e la delocalizzazione delle antenne di San Silvestro colle. L’arcivescovo Valentinetti ha presentato ricorso al tribunale di Pescara in quanto presidente e rappresentante legale di Radio Speranza, proprietaria di uno dei ripetitori presenti a San Silvestro.

Valentinetti ha chiesto al tribunale l’annullamento dell’ordinanza-ingiunzione, con cui è stato richiesto alla società di pagare la sanzione amministrativa di 3.433 euro, per la presunta violazione dell’articolo 20 della legge regionale, numero 45, del 13 dicembre 2004. Il Comune ha deciso di resistere in giudizio.

Intanto, il Tar di Pescara ha accolto altre due richieste di sospensiva delle ordinanze comunali per la disattivazione delle antenne. «La decisione dei giudici», ha rivelato il sindaco Luigi Albore Mascia, «ufficializzata stamattina (ieri, ndr) dopo che il dibattito di ieri (giovedì) è andato avanti fino al tardo pomeriggio. Decisione in realtà prevista, visto che il 20 dicembre e poi il 10 gennaio scorsi, lo stesso Tar aveva accolto altre 18 richieste». L’udienza di merito di tutti i 20 ricorsi sinora presentati dovrebbe tenersi il 4 luglio, mentre per giovedì 7 febbraio si terrà la discussione, sempre dinanzi al Tar, di un altro gruppo di 9 ricorsi.

Mascia ha confermato di essere pronto ad impugnare dinanzi al Consiglio di Stato, proponendo un appello cautelare, tutte le ordinanze di sospensiva emesse dal Tar. Il sindaco ha ricordato che, in base a delle verifiche effettuate dalla guardia di finanza, è risultato che 59 emittenti sarebbero sprovviste dell’autorizzazione necessaria per trasmettere da San Silvestro colle. «San Silvestro, inoltre», ha concluso Mascia, «non è più un sito idoneo ad ospitare gli impianti, perché è stato escluso dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze. (a.ben.)

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