Orti di solidarietà: così i senzatetto diventano contadini 

Progetto per favorire l’inclusione sociale dei più sfortunati Al lavoro nei campi con gli ortolani della onlus Allegrino

PESCARA. Senza dimora e ortolani al lavoro nei campi dell’associazione “Domenico Allegrino”. Lo scambio di conoscenze ed esperienze è avvenuto su un terreno di via Fontanelle, dove sono stati organizzati alcuni incontri nell’ambito di “Coltiviamoci - Insieme si può”, il progetto ideato dalla onlus per favorire l’inclusione sociale e diffondere tra i giovani la cultura del volontariato.
L’attività, finanziata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e dalla Regione Abruzzo, è realizzata in partnership con l’associazione “Meridiani paralleli” di Chieti e in collaborazione con il liceo classico “Vico” di Chieti, l'Istituto professionale statale Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale di Villareia di Cepagatti, l’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Chieti, l’associazione “Papa Giovanni XXIII” e il dipartimento di Salute mentale Asl 02 Lanciano-Vasto-Chieti.
I SEGRETI DELL’ORTO «Undici over 65, impegnati da diversi anni nella coltivazione dei nostri campi, stanno insegnando i segreti dell’orto ai senza dimora, già inseriti nel progetto grazie a una collaborazione con la Capanna di Betlemme di Chieti, gestita dall’associazione Papa Giovanni XXIII», spiega la presidente della onlus Antonella Allegrino, «Gli ortolani dispensano consigli sulla lavorazione della terra, sulla semina e sulla coltivazione di piante di pomodori, melanzane, zucchine, cipolle e meloni e i senza dimora li mettono in pratica. Insieme stanno costruendo anche alcuni banchetti, con le sedute, che verranno dipinti con i colori dell’arcobaleno e utilizzati per chiacchierare e scambiare opinioni. Gli incontri consentono ai senza dimora di imparare tecniche di agricoltura e di partecipare a occasioni di socializzazione e inclusione. A molti di essi, l’iniziativa ha dato la possibilità di far conoscere e condividere la propria storia».
SETTE ANNI IN CARCERE «E’ il caso di Antonio, che ha raccontato al suo nuovo amico ortolano di essersi rimesso sulla strada giusta dopo 7 anni trascorsi in carcere. Ora ha una compagna e una bambina e tanta voglia di imparare qualsiasi cosa che gli dia modo di lavorare. Anche gli over 65 sono contenti di poter contribuire al progetto impegnandosi nel tempo libero: è una partecipazione attiva che favorisce il mantenimento di uno stato di benessere e di una longevità attiva».
Nelle fasi precedenti del progetto, senza dimora, over 65 e studenti hanno preso parte a incontri incentrati sulle tecniche di potatura e a laboratori di teatro sociale e di comunità.
SPETTACOLO TEATRALE Un’attività, quest’ultima, che si è conclusa con l'allestimento di uno spettacolo teatrale, ispirato alle storie dei senza dimora e rappresentato, il 9 maggio scorso, al teatro Marrucino di Chieti. Il progetto terminerà il 28 giugno, all’auditorium Petruzzi, con un evento al quale parteciperanno i protagonisti delle varie iniziative e in cui sarà proiettato un video realizzato per documentare le azioni svolte.
I nomi degli ortolani impegnati nel progetto sono: Mario D’Ettore, Giuseppe Curia, Valterio Surricchio, Domenico Bianchi, Bruno Catena, Mariella Gentile, Giacomo Barone, Nicolino Di Giacomo, Gino Armentano, Dino Cianfaglione e Nicola Procida. (e.r.)